Volume - Fondazione toscana sostenibile

isultata relativamente più elevato e, soprattutto, uguale a quello delle persone con titolo
dell’obbligo (in Piemonte e Lombardia è pari, invece, a circa la metà). Ciò conferma quanto
abbiamo visto circa la domanda espressa dal sistema di piccola e media impresa della
nostra regione, che si caratterizza per il fabbisogno di manodopera specializzata ma scarsamente
scolarizzata. I crescenti tassi di scolarizzazione potrebbero, quindi, acuire l’esistente
mismatch tra domanda e offerta di lavoro con titoli di studio elevati, se il sistema di
media-piccola impresa, caratteristico della nostra regione, non esprimesse in futuro una
domanda di lavoro più qualificata.
Un ulteriore punto di debolezza della Toscana riguarda l’inferiore partecipazione al
lavoro delle donne con meno di 45 anni (75% contro, ad esempio, l’83% dell’Emilia
Romagna). Alle difficoltà giovanili sembrano dunque unirsi problematiche legate alla condizione
femminile. Negli ultimi dieci anni, la flessibilità del lavoro, in particolare il part-time,
ha rappresentato un importante contributo all’incremento dell’occupazione femminile: è
quindi possibile che un suo ulteriore sviluppo (unito ad una maggiore offerta di servizi per
la famiglia) possa favorire una più elevata partecipazione al lavoro femminile.
In comune con il resto del paese si pone il problema dei bassi tassi di attività degli
ultracinquantenni, reso più urgente dalla struttura per età della Toscana, che è una delle
regioni più anziane d’Italia, paese dove il processo di invecchiamento si è rivelato assai
più rapido e intenso rispetto ad altri. L’integrazione e la permanenza della popolazione in
età avanzata nel mercato del lavoro, oltre a radicali modifiche al sistema pensionistico (in
parte in atto), richiede nuove strategie di integrazione tra formazione, lavoro, educazione
permanente e un maggior utilizzo di forme contrattuali flessibili, in particolare il part-time,
che possono sollecitare la permanenza volontaria al lavoro degli anziani.
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