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Volume - Fondazione toscana sostenibile

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generazionale adeguato da un lato, e la crescente debolezza delle reti di solidarietà familiare<br />

dall’altro, creeranno pressioni sulla spesa sanitaria e, più in generale, su tutta la<br />

spesa sociale. Si deve prevedere un calo dell’assistenza familiare per gli anziani non<br />

autosufficienti e di conseguenza anche un calo nelle cure sanitarie a domicilio, che sarebbero<br />

meno costose di quelle ospedaliere. Il problema della futura impennata dei costi<br />

ospedalieri per la cura degli anziani dovrebbe perciò essere affrontato per tempo, per non<br />

dover mai giungere alla decisione di abolire l’assistenza gratuita ai “grandi vecchi”, come<br />

già si è verificato in alcuni Paesi dell’Europa del Nord. Inoltre, la presenza sempre più<br />

massiccia di immigrati nella nostra regione, al di là dei suoi effetti economici positivi (il<br />

riequilibrio della natalità e l’apporto di forza lavoro, soprattutto nell’assistenza agli anziani<br />

non autosufficienti), porterà anch’essa domanda aggiuntiva di assistenza, considerando<br />

che gli stranieri -ma soprattutto gli extracomunitari- sono particolarmente esposti al rischio<br />

sanitario a causa delle loro condizioni lavorative spesso gravose e mal retribuite.<br />

Rispetto alle tendenze economico-sociali, per le quali è preferibile adottare un orizzonte<br />

di breve periodo, ci si può concentrare su due variabili: il livello d’istruzione, al<br />

crescere del quale si associa sempre una maggiore propensione al consumo sanitario sia<br />

di prevenzione sia di cura e una maggior pretesa di qualità nei servizi, e il livello di reddito<br />

percepito che, insieme alla possibilità o meno di ricevere un rimborso assicurativo per le<br />

spese mediche, incide sulla domanda sanitaria rispetto alla scelta fra assistenza pubblica<br />

e privata.<br />

Il livello d’istruzione della popolazione <strong>toscana</strong>, così come in Italia, è destinato nei prossimi<br />

anni ad aumentare per una serie di ragioni intuibili, compresa quella dell’allungamento dell’obbligo<br />

scolastico stabilito dalla recente riforma. Nonostante in Toscana i livelli di scolarizzazione<br />

dei figli siano stati, fino ad oggi, fortemente condizionati da quelli dei padri, si deve sperare che<br />

complessivamente le generazioni future saranno più istruite e si cureranno di più, proprio perché<br />

saranno più attente a prevenire e percepire qualsiasi sintomo di malattia. Il fatto, però, che<br />

l’ampliamento delle cure sanitarie che ne deriverà possa ricadere maggiormente sulla sanità<br />

pubblica oppure sulla privata dipenderà soprattutto dalle condizioni economiche delle famiglie<br />

(oltre che dalle caratteristiche dell’offerta).<br />

In termini di prospettive economiche ciò che conterà di più non sarà tanto il livello<br />

medio di reddito disponibile quanto la sua distribuzione. È risaputo che nel panorama<br />

italiano la Toscana rappresenta una situazione privilegiata: i redditi familiari sono infatti fra<br />

i più alti d’Italia e sono distribuiti in modo meno sperequato; vi sono, cioè, meno famiglie<br />

povere e quelle che lo sono, sono meno distanti dalla soglia di povertà. Tuttavia gli elementi<br />

di forza, che finora hanno sorretto questo quadro distributivo, si stanno indebolendo:<br />

l’accresciuta concorrenza internazionale, la debolissima dinamica salariale (negli ultimi<br />

anni è aumentata la disuguaglianza nella distribuzione primaria dei redditi, colpendo<br />

soprattutto i lavoratori dipendenti), la maggiore flessibilità nel mercato del lavoro (che<br />

spesso è ancora sinonimo di precarietà), il minor ruolo perequativo sia della famiglia che<br />

dello Stato (soprattutto per motivi di bilancio), e altro ancora, potrebbero in futuro abbassare<br />

le aspettative di reddito e divaricare ulteriormente le differenze nei livelli di reddito. In<br />

sostanza potrebbe aumentare il rischio di povertà, non solo per le famiglie di<br />

ultrasettantacinquenni, quelle monoparentali o quelle con i più bassi tassi di scolarizzazione,<br />

ma anche per le famiglie con figli minori. La vera novità nella struttura distributiva dei<br />

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