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Volume - Fondazione toscana sostenibile

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determinanti per il futuro del nostro sistema. Fino a che punto è possibile prevedere un<br />

trend positivo di questo fenomeno? La necessità di finanziamenti collettivi rivolti alle iniziative,<br />

spettacoli, musei che spazi ha oggi ancora di fronte alla domanda crescente di<br />

mantenimento degli attuali livelli di offerta ma anche rispetto alla domanda di innovazione<br />

che si propone? Quale è il limite tra valorizzazione e sfruttamento di fronte a risorse<br />

esauribili? Qual è l’equilibrio tra fruizione e da parte delle generazioni attuali e responsabilità<br />

di fronte alla domanda da parte delle generazioni future?<br />

• Fruizione e tutela<br />

L’importanza della sostenibilità dei beni e servizi culturali è connessa da un lato alla loro<br />

valorizzazione, intesa come tentativo di rendere produttivi questi beni, di incentivarne il consumo<br />

e di favorire la diffusione della conoscenza del patrimonio.<br />

D’altro canto però la sostenibilità è strettamente collegata anche alla tutela ed alla conservazione<br />

dei beni, in particolare di quei beni che rappresentano una forte attrattiva, su cui si<br />

riversa un’enorme domanda di consumo.<br />

Esistono dei beni culturali che non possono essere fruiti contemporaneamente da un numero<br />

illimitato di persone, sono soggetti a saturazione, in altri termini esiste una capacità massima<br />

di carico da considerare per poter preservare dal deperimento e logorio dei beni che, per<br />

loro natura, sono unici ed irriproducibili.<br />

L’afflusso eccessivo e l’affollamento non causano danni unicamente ai beni ed alle strutture,<br />

ma anche ai consumatori che subiscono una perdita di utilità, poiché se è vero che la pratica<br />

di consumi culturali è un’esperienza sociale ed ha senso in quanto vissuta con altre persone<br />

che ne condividono i valori, oltre un certo limite di congestione non si riesce più a godere<br />

dell’arricchimento culturale e dei benefici che ne deriverebbero.<br />

La sovraesposizione ad un’eccessiva domanda di taluni beni, causa anche un aumento dei<br />

costi di tutela e conservazione, esiste dunque un delicato equilibrio tra domanda e massima<br />

offerta disponibile da tener presente per non determinare danneggiamenti che sarebbero<br />

irreversibili. Da qui la necessità di una diversificazione della domanda e della valorizzazione di<br />

percorsi di fruizione alternativi. Lo stesso contributo delle tecnologie, ampiamente rivolte oggi<br />

alla riproduzione e diffusione, non sembra costituire una garanzia sufficiente rispetto alle generazioni<br />

future, mentre la ripresa della produzione culturale e l’attenzione al contemporaneo<br />

sembrano comunque aspetti importante di vivacità e dinamismo nell’offerta.<br />

• Città d’arte e vivibilità urbana<br />

Altro fattore degenerativo è rappresentato dalla congestione delle aree urbane, che<br />

riguarda in special modo le città d’arte caratterizzate dalla concentrazione del patrimonio<br />

artistico e monumentale nei centri storici che per la maggior parte hanno un’estensione<br />

limitata, ciò causa un peggioramento della qualità dei servizi per i turisti ed i residenti, ma<br />

anche una diminuzione della qualità della vita per la comunità locale. A Firenze, così<br />

come a Venezia ed in altre città d’arte ed in particolare nei periodi di maggior afflusso<br />

turistico, il centro cittadino sembra non appartenere a coloro che dovrebbero suoi naturali<br />

fruitori, i suoi abitanti, ma offerto ad uso esclusivo ai turisti che in un certo senso ne<br />

monopolizzano il ristretto spazio storico. Nel 2003 si sono registrati 2,4 milioni di arrivi di<br />

turisti a Firenze, la terza città d’Italia dopo Roma e Venezia. Si tratta del 50% dei turisti<br />

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