Volume - Fondazione toscana sostenibile
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alla piena occupazione e molte imprese hanno piuttosto il problema di “fidelizzare” i propri<br />
lavoratori, una volta superato il lungo periodo di prova dei rapporti instabili.<br />
Tale tendenza viene confermata sia a livello europeo, che italiano e toscano, da un<br />
sensibile incremento dei tassi di assorbimento, ovvero di trasformazione dei posti a tempo<br />
determinato in posti a tempo indeterminato. Si può quindi ritenere che il futuro del<br />
lavoro non standard, più che dai mutamenti normativi, dipenderà dalla consistenza della<br />
crescita economica.<br />
128<br />
7.4<br />
Le priorità di intervento e gli obiettivi comunitari<br />
a) Il raggiungimento della piena occupazione<br />
Gli obiettivi comunitari fissati a Lisbona e a Stoccolma di raggiungimento della piena<br />
occupazione indicano la necessità di raggiungere un tasso di occupazione complessivo<br />
del 67% entro il 2005 e del 70% entro il 2010.<br />
Nel 2004, a fronte di un quadro macroeconomico di bassa crescita, in Toscana il valore<br />
di questo indicatore subisce un leggero decremento rispetto all’anno precedente (63,2%<br />
contro il 63,7%). Il nuovo livello, che è ancora almeno due punti percentuali sotto la media<br />
UE15, rimane molto al di sopra della media italiana che è del 57,4%.<br />
Nello stesso anno si verifica anche una leggera crescita del tasso di disoccupazione<br />
che passa dal 4,9% al 5,2%. Siamo, comunque, sempre al di sotto del livello nazionale -<br />
dove si è verificata invece una diminuzione (dall’8,4% all’8%)- ma al di sopra del Nord<br />
Ovest (4,5%) e, in particolare, del Nord Est (3,9%)<br />
È difficile quindi pensare che le positive performance del mercato del lavoro, che si<br />
sono verificate a partire dalla metà degli anni ‘90 fino agli inizi del 2000, si potranno<br />
riconfermare nel prossimo futuro se non vi sarà una significativa ripresa del tasso di crescita<br />
dell’economia. Altrettanto improbabile, se il quadro rimarrà invariato, il raggiungimento<br />
degli obiettivi europei.<br />
In questo contesto si osserva che il lungo recupero del mercato del lavoro europeo si<br />
è interrotto in diversi paesi a partire dal 2002. A questo proposito l’ultimo Joint Employment<br />
Report riconosce che per conseguire gli obiettivi di Lisbona le riforme del mercato del<br />
lavoro non bastano, ma si rendono necessarie politiche macroeconomiche, riforme strutturali<br />
degli altri mercati (prodotti, servizi, capitali), maggiore competitività.<br />
b) L’aumento del tasso di occupazione femminile<br />
Gli obiettivi fissati a Lisbona e a Stoccolma indicano la necessità di raggiungere un<br />
tasso di occupazione femminile del 57% nel 2005 e del 60% nel 2010.<br />
Il tasso di occupazione femminile ha evidenziato dinamiche recenti particolarmente<br />
positive essendo cresciuto in 10 anni di circa 10 punti percentuali, raggiungendo il 53%<br />
circa nel 2004. Il dato più recente risulta nettamente al di sopra del livello nazionale<br />
(45,2%), ma al di sotto delle principali aree del Nord, dove in regioni come l’Emilia Romagna,<br />
è già stato raggiunto il 60,2%, e ancora lontano dagli obiettivi comunitari. Elemento degno<br />
di riflessione il fatto che la forte crescita dell’occupazione femminile nella nostra regione,