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Volume - Fondazione toscana sostenibile

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capacità della rete in molti percorsi. Al di là dei km interessati è evidente che l’impatto<br />

significativo in termini di accessibilità è determinato dalla collocazione di tali punti in noti<br />

vitali per l’integrazione del territorio.<br />

La situazione potrebbe diventare ancora più complessa in prospettiva. È possibile stimare,<br />

infatti, che -stante la rete attuale- nel 2020 ben il 15% della rete presenterà livelli di<br />

forte difficoltà (si tratta di quasi 1000 dei 5000 km considerati nell’analisi) e parte di questa<br />

(il 7% della rete) sarà in condizione molto critica, e questo anche assumendo ipotesi<br />

prudenziali riguardo ai tassi di crescita della mobilità.<br />

L’impatto sul territorio regionale della crescita della mobilità sarà ovviamente pervasivo,<br />

ma la tendenza alla polarizzazione che si è già manifestata nel passato fa ipotizzare che le<br />

aree urbane e le grandi direttrici Nord Sud costituiranno i punti di maggiore criticità. In<br />

realtà, le problematiche delle aree urbane inevitabilmente si intrecciano, anche fisicamente,<br />

con quelle di lunga percorrenza, per la consueta utilizzazione promiscua degli anelli<br />

autostradali. I due tipi di congestione restano però logicamente separati per cause e soluzioni<br />

possibili e, quindi, separatamente saranno di seguito affrontati.<br />

Riguardo al pendolarismo per motivi di lavoro, la sua evoluzione di medio periodo dipenderà<br />

evidentemente dall’andamento demografico (generazione dei flussi) ed economico<br />

(attrazione dei flussi) delle diverse realtà locali. Tenendo conto, infatti, non solo del<br />

tasso di mortalità e di natalità della popolazione, ma, anche, della redistribuzione territoriale<br />

di residenze e luoghi di lavoro emerge il preoccupante aggravamento delle realtà già<br />

oggi più critiche, in primo luogo il capoluogo regionale, con una crescita dei flussi in entrata<br />

del 10% (si parte da flussi già molto intensi) e poi l’intero Medio Valdarno. La pressione si<br />

allenterà, invece, in altri centri urbani (Lucca, Pisa sulla costa, ma anche Pistoia e Prato a<br />

causa delle difficoltà della riconversione economica), segno evidente di una crescente<br />

polarizzazione territoriale (Fig. 12.11).<br />

Riguardo agli spostamenti di medio-lungo raggio, invece, le stime sulla evoluzione della<br />

domanda fanno ritenere che criticità ancor più accentuate, in assenza di interventi, si<br />

manifesteranno sui percorsi già difficili, aggravando il fenomeno dei colli di bottiglia.<br />

La situazione peggiorerà, quindi, su tutta la rete di accesso Nord/Sud e sui collegamenti tra<br />

area centrale e costiera, coinvolgendo le aree industriali intermedie.<br />

Come è noto, sono però ormai da tempo in progettazione (o addirittura in costruzione)<br />

diversi interventi rivolti a integrare il sistema di rete, con effetti rivolti ad alleggerire il traffico<br />

sulle arterie principali attraverso (Figg. 12.12-12.13):<br />

• allacciamenti trasversali Est Ovest (A15 Autocisa e E78 Grosseto Fano)<br />

• completamento collegamento tirrenico (A12)<br />

• viabilità nazionale appenninica<br />

e rivolti a integrare la rete sui percorsi principali:<br />

• variante di valico<br />

• attraversamento nodo fiorentino<br />

• messa in sicurezza della rete di collegamento regionale nelle aree industriali<br />

• adeguamento della rete nel nodo di Prato<br />

Gli strumenti e le risorse disponibili per il finanziamento di queste realizzazioni provengono<br />

dalla Legge Obiettivo, per gli interventi di rilevanza nazionale, dall’Accordo Quadro<br />

Stato-Regione (ripreso nel Piano Generale Logistica e Trasporti) e dal Piano degli investi-<br />

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