Volume - Fondazione toscana sostenibile
Volume - Fondazione toscana sostenibile
Volume - Fondazione toscana sostenibile
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
stati possibili all’interno di questa bassa crescita (in taluni casi potremmo anzi dire in virtù<br />
di essa). Quindi la bassa crescita non rappresenta di per sé un problema, del resto occorre<br />
ricordare che la crescita del PIL non è mai l’obiettivo primo che si pone un determinato<br />
sistema economico; l’obiettivo semmai è quello di raggiungere il più elevato livello di benessere<br />
e il nesso tra benessere e PIL dipende da quanta parte delle grandezze che<br />
definiscono il benessere passano dal mercato e dai prezzi che in questo si formano.<br />
Tuttavia, se in passato slow growth e benessere non sono stati tra loro in contraddizione,<br />
non è detto che ciò sarà necessariamente vero nel futuro. Non è detto cioè che i processi che<br />
in passato hanno portato alla formazione di un elevato benessere, in qualche modo indipendentemente<br />
da elevate dinamiche del PIL, potranno ripetersi anche nel futuro.<br />
In effetti, questo felice equilibrio potrebbe rompersi su fronti diversi: l’utilizzazione della<br />
forza lavoro, gli investimenti in capitale umano e in conoscenza e il soddisfacimento della<br />
domanda sociale. La stessa sostenibilità finanziaria di rilevanti componenti del welfare,<br />
rivolte proprio alla salvaguardia dei diritti sociali, può risultare compromessa se il denominatore<br />
del rapporto “spesa su PIL” è destinato a crescere costantemente meno del<br />
numeratore. Secondo le nostre previsioni, molte di queste circostanze sembrerebbero<br />
verificarsi nei prossimi anni, per cui lo slow growth e il mantenimento di un elevato livello di<br />
benessere potrebbero non andare più d’accordo.<br />
Quindi se lo slow growth rischia di non essere più conciliabile col mantenimento del benessere<br />
(perlomeno in alcune sue dimensioni) le possibilità sono due: o si innalza la crescita o<br />
cambia il modello di benessere e, in modo più preciso, il modello di consumo ad esso sottostante.<br />
La seconda via sembrerebbe essere quella auspicata anche da molti studi, i quali si interrogano,<br />
più che sul livello della crescita potenziale, sulla compatibilità dei flussi intertemporali di<br />
consumo rispetto agli equilibri intergenerazionali e alla sostenibilità complessiva del tenore di<br />
vita sviluppato dalle generazioni presenti. L’idea che emerge è quella di limitare, e comunque<br />
orientare, il consumo presente per salvaguardare quello futuro.<br />
Secondo questa logica, in cui chiaramente si mette in evidenza come l’obiettivo da<br />
perseguire sia il benessere e la sua sostenibilità nel tempo, si potrebbe anche scoprire<br />
che privilegiare gli investimenti (quindi il futuro) rispetto ai consumi (ovvero il presente) non<br />
implica necessariamente tassi di crescita del PIL più bassi: in altre parole il perseguimento<br />
di un modello di sviluppo più attento al domani non significa necessariamente abbassare il<br />
tasso di crescita del PIL. Il tasso di crescita potenziale dipende, infatti, dallo sviluppo delle<br />
conoscenze e della produttività che sono incorporate nel capitale accumulato, dove il termine<br />
capitale va inteso in senso ampio fino a comprendere, oltre al capitale fisico e materiale<br />
prodotto, il capitale umano, quello naturale nonché la funzionalità e l’efficacia delle<br />
istituzioni economiche, sociali e legislative. Il sostegno alla propensione al risparmio e<br />
ancor più all’investimento -il così detto genuine investment, cioè l’accumulazione dello<br />
stock di tutti gli assets della società- può, in un quadro di sviluppo della concorrenza che<br />
limiti la formazione delle rendite a tutti i livelli, consentire di coniugare limitazioni ai flussi di<br />
consumo delle generazioni presenti con una crescita non troppo contenuta del prodotto<br />
potenziale. Minore consumo presente comporta maggiore risparmio che va a finanziare gli<br />
investimenti e l’accumulazione; quest’ultima, a sua volta, accresce, attraverso la diffusione<br />
del progresso tecnico, la produttività del lavoro, da cui potrebbe derivare una possibile<br />
crescita alta anche con una contenuta evoluzione dell’offerta di lavoro.<br />
18