Volume - Fondazione toscana sostenibile

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namento dell’acqua, ecc.), la Toscana, come le più grandi regioni, risulta caratterizzata da un livello superiore rispetto alla media nazionale; tale differenza dalla media non è tuttavia molto accentuata ed è comunque ben inferiore a quanto registrato dalle regioni più sviluppate (Lombardia, Emilia Romagna, Veneto) (Graf. 5.3). 4,5 3,0 1,5 0,0 -1,5 Grafico 5.3 POTENZIALE DI INQUINAMENTO DELLE REGIONI ITALIANE Differenza rispetto alla media italiana Fonte: elaborazioni IRPET su dati di contabilità ambientale (NAMEA) e contabilità regionale Pie Val Lom Tre Ven Fri Lig Emi TOS Umb Mar Laz Abr Mol Cam Pug Bas Cal Sic Sar Come si è anticipato, però, nel determinare questo quadro delle regioni, i fattori “livello di attività” e “specializzazione produttiva” incidono in misura diversa (Graf. 5.4). Se si considera la Toscana, le pressioni determinate sull’ambiente dal livello di attività economica risultano, come nel caso delle regioni a maggiore sviluppo, superiori alla media nazionale (nel grafico, la regione si colloca nel quadrante a destra); se si considera invece l’inquinamento potenziale derivante dalla specializzazione produttiva, allora il valore associato alla regione risulta inferiore a quello medio nazionale (quadrante in basso del grafico). In definitiva, pur essendo la Toscana una tra le regioni a maggiore attività economica, gli effetti ambientali originati da tale attività non Inquinamento da specializzazione settoriale 0,3 0,2 0,1 0,0 -0,1 Bassa attività economica. Mix produttivo molto inquinante Basilicata Grafico 5.4 POTENZIALI PRESSIONI AMBIENTALI NELLE REGIONI ITALIANE Scomposizione dell’indice sintetico di inquinamento potenziale Fonte: elaborazioni IRPET su dati di contabilità ambientale (NAMEA) e contabilità regionale Sardegna Calabria Abruzzo Sicilia Puglia Emilia Romagna Piemonte Veneto Umbria Liguria Campania Molise Valle d’Aosta Trentino Friuli V.G. TOSCANA A.A. Lombardia -0,2 -0,3 Marche Bassa attività economica. Mix produttivo poco inquinante Lazio Alta attività economica. Mix produttivo poco inquinante -1,5 -1,0 -0,5 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 Inquinamento da livello d’attività Alta attività economica. Mix produttivo molto inquinante 95
sono molto superiori a quelli medi nazionali perché il mix produttivo non è tra i più inquinanti. Nel grafico, la regione si colloca infatti a destra ma molto in prossimità della bisettrice (linea azzurra) che rappresenta l’inquinamento medio complessivo a scala nazionale. Per quanto si riferisce alle altre regioni il quadro risulta piuttosto articolato. Come si è detto, le maggiori regioni originano pressioni superiori alla media nazionale (stanno tutte a destra della bisettrice); tuttavia, mentre per la Lombardia la determinante principale dell’inquinamento potenziale è il livello di attività economica, in altri casi, tra cui Emilia Romagna, Veneto, Piemonte e Sicilia, assumono anche rilevanza le corrispondenti specializzazioni produttive (agroalimentare, industrie estrattive, raffinerie, ecc.). La situazione delineata per la Toscana, relativamente favorevole, si spiega in parte introducendo il terzo fattore richiamato all’inizio del paragrafo, ovvero l’articolazione degli insediamenti civili e produttivi. La regione ha mantenuto nel corso dei decenni la polarizzazione che si è venuta formando, a livello territoriale, a partire dal suo decollo economico. Ancora oggi la regione è caratterizzata da un’area a forte concentrazione di insediamenti lungo il bacino dell’Arno e lungo la costa, che si contrappone al resto del territorio caratterizzato da condizioni ambientali e paesaggistiche complessivamente equilibrate. La mappa delle pressioni costruita a partire dalla sintesi dei più importanti fattori di inquinamento e degrado (emissioni in aria, in acqua, produzione di rifiuti, consumi elettrici) ripropone in maniera molto chiara questa polarizzazione (Fig. 5.5). 96 Figura 5.5 LA MAPPA DELLE PRESSIONI Fonte: stime IRPET Molto basso Basso Medio Alto Molto alto Il quadro territoriale descritto si riferisce alle principali pressioni ambientali, poiché interesse dell’analisi è evidenziare i potenziali effetti delle azioni umane. La mappa non rappresenta quindi lo stato e la qualità dell’ambiente e questo perché a una maggiore pressione non corrisponde necessariamente un maggiore impatto, sul quale influiscono anche molti altri fattori, fra cui quelli morfologici, climatici, meteorologici, non associati al comportamento umano. La mappa non mostra neppure le risposte dell’uomo volte a risanare e disinquinare l’ambiente; questi interventi, che potranno ridimensionare significativamente le pressioni oggi rilevate, costituiscono un’importante scommessa per lo sviluppo futuro.
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