Volume - Fondazione toscana sostenibile

partire come si è fatto nel caso del protocollo di Kyoto, stabilendo la condizione di stato
condivisa e cioè la produzione di CO 2 e di gas equivalenti del 1990. Da qui la possibilità/
necessità di costruire percorsi valutativi ex ante di piani e programmi, di individuare indicatori
di risposta, verificabili nel tempo come indicatori di capacità delle politiche di produrre
gli effetti desiderati, come indicatori di efficacia ed efficienza dell’allocazione di risorse.
Per concludere alcuni esempi virtuosi:
• l’ Amministrazione olandese ha cominciato ad istituire nuclei di valutazione degli effetti
ambientali all’interno di ogni ministero, al fine di perseguire, in ogni attività di settore, gli
indirizzi di sostenibilità dello sviluppo fissati in sede comunitaria, ma anche di evitare il
ruolo di controllore di un singolo assessorato/ministero. Report annuali riferiscono di
quanto siano ambientalmente corrette ed efficaci le singole politiche.
• l’Unione Europea va istituendo una procedura di valutazione integrata di tutte le sue proposte
e decisioni al fine di valutare le coerenze interne ed esterne della propria attività.
• relativamente al consumo di suolo, indicatore importante e universalmente riconosciuto
di corretta gestione del territorio, la Germania, già dal 1998, ha deciso di disgiungere
in modo duraturo lo sviluppo economico dall’occupazione di suolo, riducendo a un
quarto della tendenza in atto all’anno 2000, il consumo di suolo ammesso nel ventennio.
Alcuni Lander hanno favorito la sottoscrizione di patti “per il risparmio delle aree”, senza
per questo esimersi dal fissare obiettivi quantitativi di contenimento.
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