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Volume - Fondazione toscana sostenibile

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cosiddetto made in Tuscany, non può peraltro giustificare forme assistenzialistiche o protezionistiche,<br />

destinate ad essere inefficaci, ancorché comprensibili come puro calcolo politico.<br />

Le imprese toscane hanno fatto quello che potevano fare per “arrangiarsi”, ma nel<br />

nuovo scenario competitivo la politica dell’arrangiamento non è più sufficiente, anche per<br />

una pura sopravvivenza sul mercato. Ora si tratta di non farsi illusioni sulla temporaneità<br />

della crisi, di mirare al “cuore” dei problemi, di compiere scelte strategiche impegnative e<br />

prendere decisioni coerenti.<br />

Va da sé che non è facile concepire e realizzare una efficace politica di rinnovamento e<br />

rafforzamento del tessuto produttivo regionale, nei tempi e nelle forme che si impongono,<br />

riguardando essa un’ampia serie di ambiti diversi. Comunque, per evitare inutili e dannose<br />

dispersioni degli interventi la prima esigenza è quella di avere una trama strategica d’insieme<br />

e darsi priorità su cui lavorare.<br />

C’è innanzitutto da ricordare che alla base del sistema produttivo regionale abbiamo<br />

un patrimonio di competenze manuali di “saper fare”, addensate nel tessuto artigianale,<br />

che è fonte di assoluta distintività dei manufatti toscani (per qualità, originalità, perfezione<br />

esecutiva, accuratezza delle rifiniture, ecc.). Questo patrimonio è sottoposto a seri rischi di<br />

esaurimento. Si stanno infatti inaridendo le fonti di rigenerazione e trasmissione di questo<br />

“sapere tacito” con il venir meno dell’interesse delle giovani generazioni ad apprendere<br />

mestieri che si ritengono superati, non più gratificanti e inadatti al livello di scolarità conseguito.<br />

Riabilitare, rilanciare e rigenerare i mestieri artigianali è un obiettivo prioritario dell’agenda<br />

Toscana che va perseguito con interventi nuovi, andando oltre la routine dei corsi<br />

di formazione professionale.<br />

Si tratta più precisamente di invertire un processo di emarginazione e sparizione dei<br />

lavori artigianali tipici, ponendo in essere una specifica “politica dei mestieri artigianali”,<br />

con interventi mirati sulle varie criticità presenti ai fini del coinvolgimento, l’inserimento e il<br />

training di giovani leve. In questa politica di rilancio dell’artigianato manifatturiero di qualità<br />

un contributo innovativo può derivare dall’impiego delle nuove tecnologie dell’informazione<br />

e della comunicazione, per consentire la codificazione, la rappresentazione e la<br />

memorizzazione dei saperi taciti.<br />

La digitalizzazione può servire per ritenere le cognizione tecniche che sono a fondamento<br />

delle diverse mansioni, e quindi formare “librerie di saperi codificati”, da utilizzare ai<br />

fini del completo coinvolgimento sensoriale e motorio degli individui, nel loro processo di<br />

apprendimento dell’atto del fare, con riferimento ad uno specifico ambito produttivo. Su<br />

questo fronte sono già in atto interessanti esperimenti di “intelligence heritage”, nell’ambito<br />

del network europeo Enactive, coordinato dal laboratorio PERCRO della Scuola Superiore<br />

Sant’Anna, a cui partecipano venticinque centri di ricerca di vari paesi della U.E.. L’obiettivo<br />

è di realizzare, con l’ausilio delle tecnologie digitali e multimediali, strumenti utili non<br />

solo all’innovazione dei sistemi produttivi e formativi, ma anche alla memorizzazione del<br />

patrimonio cognitivo, per valorizzarlo anche a fini turistici e culturali.<br />

Il mantenimento di un vitale e dinamico artigianato manifatturiero è un’esigenza che<br />

deriva non soltanto dalla rilevanza che il settore di per sé presenta sotto il profilo economico<br />

e occupazionale, ma anche in virtù del suo ruolo di “pilastro” dell’impalcatura industriale<br />

tipica Toscana. Le imprese produttrici di beni finali sono infatti strutturalmente aperte e<br />

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