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Volume - Fondazione toscana sostenibile

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da condurre alla risposta un po’ banale che “tutto potrebbe succedere”. Invece, ciò che<br />

interessa mettere in evidenza -e che verrà approfondito nel prosieguo del lavoro- è che<br />

anche dietro le evoluzioni tendenziali delle diverse componenti del sistema possono nascondersi<br />

elementi di rottura degli equilibri sino ad oggi raggiunti e che hanno garantito alla<br />

Toscana di realizzare l’elevato livello di benessere da più parti messo in evidenza.<br />

Si pongono quindi problemi di sostenibilità -economica, finanziaria, ambientale e sociale-<br />

che interagiscono tra di loro mettendo in luce trade off di cui occorre definire le<br />

compatibilità nel lungo periodo, con l’obiettivo, di delineare un set di interventi di politica<br />

economica che attuino le indicazioni di fondo enunciate prima.<br />

In questo paragrafo finale, che non vuole fornire conclusioni ma piuttosto intravedere<br />

aperture e tracciare propositi di approfondimento, raggrupperemo in cinque punti le categorie<br />

di problemi sollevati dalle tematiche di sostenibilità:<br />

• popolazione, immigrazione, lavoro e società;<br />

• economia e settori produttivi;<br />

• ambiente, risorse naturali e territorio;<br />

• istituzioni e meccanismi decisionali;<br />

• distribuzione del reddito e benessere<br />

Per l’individuazione di molti di questi aspetti, oltre ai capitoli di approfondimento, sono<br />

risultati preziosi gli interventi dei membri del Comitato scientifico riportati nella terza parte<br />

del volume.<br />

1. In merito al primo punto emerge, innanzi tutto, un problema di frammentazione sociale.<br />

La società <strong>toscana</strong> del futuro potrebbe essere molto parcellizzata, formata più da<br />

individui che da gruppi e comunità: le famiglie unipersonali diventeranno infatti una tipologia<br />

molto consistente, la solidarietà intergenerazionale, una volta garantita all’interno della<br />

famiglia, si indebolirà e sarà sostituita da servizi alla persona. Le relazioni interpersonali e<br />

l’uso del tempo libero saranno più affidati alle tecnologie (chat, televisione, internet) che<br />

alla prossimità delle relazioni dirette fra individui. A tutto ciò contribuiranno un maggior<br />

ruolo della donna nel lavoro, un più diffuso edonismo, la perdita di ruolo delle strutture<br />

associative tradizionali (partiti, parrocchie, associazioni…) e la disponibilità di nuove tecnologie.<br />

I rischi sono quelli di una società più alienata, meno altruistica e meno orientata<br />

sul futuro, più bisognosa di intervento pubblico assistenziale. Il fenomeno -che pone rilevanti<br />

problemi di sostenibilità sociale- riguarderà l’intera regione, ma si manifesterà con<br />

maggiore evidenza nelle aree urbane.<br />

In secondo luogo, come già evidenziato in precedenza, esiste un problema di squilibrio<br />

fra domanda e offerta di lavoro, con risvolti di sostenibilità tanto economico-finanziaria<br />

quanto sociale. La probabilità che gli attuali livelli di disoccupazione non crescano è affidata<br />

a una dinamica sostenuta degli istituti più innovativi (part time e riduzione dell’orario) del<br />

mercato del lavoro in linea con i paesi europei più sviluppati e a una crescita non troppo<br />

elevata della produttività. Ma è difficile immaginare che si chiuda la forbice fra domanda e<br />

offerta di lavoro qualificato che oggi caratterizza la Toscana rispetto al Centro Nord, a<br />

meno che l’ulteriore espansione del terziario non influisca positivamente aumentando la<br />

domanda di laureati. Se questo non avverrà, i laureati saranno costretti ad emigrare oppure<br />

ad accettare lavori meno qualificati, crescerà la disoccupazione giovanile, ed è probabi-<br />

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