Volume - Fondazione toscana sostenibile
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7.1<br />
Premessa<br />
Tutto vinse il duro lavoro<br />
[Virgilio, Georgiche I]<br />
C’è la diffusa convinzione che in futuro i problemi di disoccupazione saranno meno<br />
sensibili, rispetto al passato, per effetto del calo demografico. È veramente così?<br />
Per verificare la dinamica attesa delle forze di lavoro ci si può basare in primo luogo su<br />
elementi di natura demografica. In particolare, negli esercizi di simulazione qui presentati,<br />
basati sulla popolazione stimata dalle proiezioni descritte nel capitolo precedente, si<br />
utilizzano tre diverse ipotesi: nella prima si lasciano agire solo gli effetti derivanti dalle<br />
modificazioni nella struttura generazionale della popolazione in età lavorativa; nella seconda,<br />
sempre tenendo costanti i tassi di attività, si tiene presente l’effetto del titolo di<br />
studio; nella terza simulazione, invece, i tassi di attività futuri sono modificati secondo un<br />
approccio generazionale, che tiene conto, da un lato della tendenza sempre più marcata,<br />
da parte della componente femminile, a permanere nel mercato del lavoro lungo l’arco<br />
della vita attiva, dall’altro, di alcuni di quelli che potrebbero essere i principali effetti della<br />
riforma pensionistica, in particolare sulla popolazione maschile adulta.<br />
Da queste elaborazioni si sono ottenuti scenari alternativi, che mostrano come le risorse<br />
lavorative toscane, a fronte di una migrazione che viene ipotizzata a tassi costanti<br />
rispetto a quelli attuali, potrebbero effettivamente ridursi se si tenesse conto solo del<br />
notevole calo della componente giovanile, ma più probabilmente espandersi, se molte più<br />
donne e molte più persone di età matura si presentassero in futuro sul mercato del lavoro,<br />
come le tendenze attuali fanno prevedere.<br />
Ovviamente, non bisogna dimenticare che gli scenari futuri potranno dipendere anche<br />
da altri fattori, che non sono stati tenuti presenti nel corso dell’esercizio, ma che potrebbero<br />
contribuire a modificare il quadro delineato.<br />
Il primo e il più importante è sicuramente il trend economico. Nella fase più recente, il<br />
lungo recupero del mercato del lavoro europeo si è interrotto in diversi paesi facendo<br />
prendere atto agli organismi comunitari che l’obiettivo di raggiungimento di un tasso di<br />
occupazione per l’Unione Europea del 67% nel 2005 e del 70% nel 2010 appare significativamente<br />
compromesso. Gli scenari di bassissima crescita, previsti anche per la nostra<br />
regione, avrebbero ovviamente l’effetto di deprimere il livello di occupazione e, di conseguenza,<br />
agirebbero tramite l’effetto di scoraggiamento sul livello di partecipazione, soprattutto<br />
dei giovani e delle donne.<br />
Un ulteriore fattore, di difficile previsione, riguarda la possibilità di ulteriore estensione<br />
della flessibilità del lavoro, soprattutto del part-time, che in Italia, ed anche nella nostra<br />
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