Volume - Fondazione toscana sostenibile
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circuito mondiale.<br />
Oggi la capacità di assorbimento che abbiamo utilizzato in passato è invecchiata e non<br />
funziona più: un computer o un esperimento genetico non si smonta e rimonta in garage,<br />
come siamo stati abituati a fare per le tecnologie meccaniche di una volta. Per capirci<br />
qualcosa, in un computer o in un esperimento genetico, bisogna padroneggiare i linguaggi<br />
formali in cui il computer è stato progettato e l’esperimento è stato condotto. Sono questi<br />
linguaggi, che si imparano nell’istruzione superiore e nella pratica della ricerca sul campo,<br />
a formare la capacità di assorbimento diffusa che distingue un luogo dagli altri, nella rete<br />
mondiale di circolazione delle conoscenze.<br />
Dunque, non si tratta tanto di investire le proprie risorse in laboratori fantascientifici o in<br />
settori high tech, che forse sono fuori della portata della nostra regione nei prossimi anni. Ma si<br />
tratta di scommettere sulla possibilità di occupare, anche nel futuro, quel posto nella filiera<br />
cognitiva che abbiamo occupato finora, specializzandoci nell’innovazione di uso, che usa un<br />
sapere scientifico e tecnologico di base, prodotto da altri, per applicarlo in modo intelligente a<br />
usi in precedenza trascurati, o molto particolari (personalizzazione, nicchie).<br />
Per fare questo non basta tuttavia avere genialità nella progettazione degli usi, bisogna<br />
anche avere una buona capacità di importare conoscenze di base altrui, cosa che richiede il<br />
possesso dei linguaggi formali (ingegneria, informatica, management, diritto, biologia, genetica,<br />
ecc.) in cui queste conoscenze sono espresse. Un forte investimento nel capitale intellettuale<br />
e relazionale diffuso nella popolazione, attraverso queste competenze, è oggi una condizione<br />
necessaria per non perdere il contatto con l’avanzamento della frontiera tecnologica;<br />
In secondo luogo (b), bisogna rendere fluide e vitali le filiere cognitive in cui sono collocate<br />
le imprese toscane. Per filiera cognitiva intendiamo tutte le fasi di apprendimento,<br />
scambio e uso della conoscenza che, nel loro insieme, portano a generare un valore economicamente<br />
riconosciuto per il cliente finale. Le filiere possono comprendere alcune fasi<br />
vincolate a circuiti locali o distrettuali, ma comprendono molte altre fasi che sono (e saranno<br />
sempre più) svolte altrove, magari in altri paesi. Per imprese di piccole dimensioni, che<br />
possiedono conoscenze e capitali insufficienti rispetto a quanto serve per padroneggiare il<br />
ciclo complessivo di generazione del valore, la filiera è il gate di accesso alla produzione.<br />
Oggi per essere forza produttiva non basta più avere due braccia e un cervello, come<br />
accadeva al vecchio lavoratore del primo capitalismo. Occorre avere accesso ad una filiera<br />
cognitiva che sia fluida e vitale. È questo che mette in valore l’energia personale e che<br />
consente di sviluppare la creatività in forme economicamente rilevanti. Ciò vale per i lavoratori,<br />
che devono avere accesso a sapere professionale di cui non sono depositari diretti,<br />
ma che devono fare emergere in rete, sollecitando risposte ai problemi da parte degli<br />
specialisti che di volta in volta servono. Ma vale anche per gli imprenditori, che sempre di<br />
più dipendono -per l’efficacia della loro azione- dalla filiera di fornitori, distributori e anche<br />
consumatori finali chiamati a collaborare per produrre un risultato utile.<br />
Se non c’è accesso alla filiera, o se la filiera disponibile è inefficiente e inerziale, le<br />
capacità produttive delle persone e delle imprese sono decurtate in proporzione. Dunque,<br />
per mantenere la competitività delle persone e delle imprese toscane, bisogna lavorare<br />
sulle filiere di accesso che consentono a singole persone e a singole imprese di usare<br />
conoscenze, risorse e capitali di altri per portare a termine propri disegni produttivi e propri<br />
progetti di investimento, facendo leva su (efficienti) capacità altrui.<br />
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