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Volume - Fondazione toscana sostenibile

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In particolare sono le giovani donne ad avere le maggiori difficoltà se laureate: il loro<br />

tasso di disoccupazione si mantiene, infatti, molto più alto di quello delle coetanee con<br />

diploma di scuola superiore anche tra i 35 e i 39 anni. Ma anche i maschi, sebbene in<br />

misura minore, soffrono dello stesso problema, indicando come per loro vi siano maggiori<br />

difficoltà a trovare lavoro rispetto ai loro coetanei lombardi, piemontesi ed emiliani.<br />

Esiste dunque, in Toscana, un’evidente difficoltà a trovare un lavoro se si è in possesso<br />

di un diploma universitario, e questa difficoltà è confermata dal fatto che, anche negli<br />

anni più recenti, le nuove assunzioni coinvolgono soprattutto i profili professionali mediobassi.<br />

Rispetto a quanto segnalato occorre però considerare che, nei prossimi anni, il saldo<br />

medio annuale degli attivi laureati (cioè nuovi laureati che entrano nel mercato del lavoro<br />

al netto delle uscite) non dovrebbe comunque aumentare rispetto al passato: è infatti vero<br />

che una maggiore percentuale di giovani prenderà la laurea, ma è anche vero che il contingente<br />

dei giovani tenderà negli anni a ridursi.<br />

Ciò significa che la nuova offerta di laureati non sarà particolarmente consistente e<br />

non sarà dissimile dal numero di laureati che nel decennio passato sono stati “assorbiti”.<br />

Naturalmente, poco sappiamo circa il tipo di lavoro che i laureati occupati sono stati chiamati<br />

ad assolvere, per cui è difficile stabilire se la soluzione lavorativa trovata venga ritenuta<br />

o meno soddisfacente.<br />

In linea generale, tuttavia, il fatto che il tasso di disoccupazione dei laureati sia più<br />

alto, assieme al fatto che non necessariamente i laureati assorbiti dal mercato del lavoro<br />

svolgono attività coerenti con la loro formazione, lascia intravedere problematiche di un<br />

certo rilievo che potrebbero non verificarsi solo se in futuro la struttura economica sarà in<br />

grado di utilizzare lavoro più qualificato. L’alternativa sarebbe un elevato livello di frustrazione<br />

o addirittura movimenti migratori verso aree in grado di assorbire una offerta di<br />

lavoro più qualificata, con conseguente impoverimento del capitale umano della regione.<br />

In sintesi, sebbene lo scenario economico previsto per i prossimi anni non sia particolarmente<br />

espansivo, la domanda di lavoro che da esso proviene non dovrebbe risultare<br />

troppo distante da un’offerta di lavoro che, anche nelle ipotesi più caute, sarebbe comunque<br />

in espansione. L’equilibrio tra queste due diverse dinamiche verrebbe raggiunto a<br />

due condizioni: la prima è che la crescita della produttività del lavoro, pur intensificandosi,<br />

non ritorni sui livelli massimi raggiunti negli anni settanta; la seconda è che prosegua la<br />

tendenza alla riduzione dell’orario di lavoro osservata negli ultimi decenni.<br />

Tutto questo non è tuttavia sufficiente a garantire l’obiettivo di mantenere un accettabile<br />

tasso di disoccupazione dal momento che, sarebbe anche necessario che ciò avvenisse anche<br />

nei singoli mercati del lavoro: nei singoli mercati locali e in quelli per specifiche qualifiche lavorative.<br />

Ciò fornisce anche un preciso indirizzo alle azioni di politica economica mettendo in<br />

primo piano quelle volte a favorire il raggiungimento degli equilibri nei singoli mercati. Se sul<br />

piano territoriale ciò può realizzarsi favorendo la mobilità territoriale, sul piano delle qualifiche<br />

lavorative l’azione è assai più complessa essendo necessario che le esigenze lavorative delle<br />

imprese vadano nella stessa direzione delle aspettative delle nuove generazioni. È evidente<br />

che azioni politiche sul terreno della formazione sono indispensabili, ma è anche evidente che,<br />

se le imprese non innalzassero il livelli qualitativi dei nuovi lavori che esse richiedono, tale<br />

equilibrio sarebbe difficilmente raggiungibile.<br />

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