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Volume - Fondazione toscana sostenibile

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enessere della collettività nella sua interezza e non solo a quello della costituency delle<br />

forze politiche al governo. Tuttavia, la ricerca di questa area di condivisione può indurre<br />

lentezza e scelte troppo timide, dal momento che le decisioni più innovative non possono<br />

mai accontentare tutti i soggetti coinvolti e, per questa ragione, non deriveranno mai da un<br />

processo decisionale tendenzialmente unanimistico. E il futuro riserverà molte scelte conflittuali<br />

con categorie destinate a “perdere”. Sotto questo profilo, anche la continuità e l’omogeneità<br />

politica può rappresentare un vincolo alla dinamicità futura della regione.<br />

Alla pubblica amministrazione compete, più di ogni altro operatore, l’onere di pensare<br />

anche al benessere delle generazioni future. Il rilancio di un processo di accumulazione<br />

che è rimasto depresso negli ultimi anni (che non va inteso solo nel senso di investimenti<br />

materiali ma che è fatto anche di investimenti materiali pubblici e privati) è condizione<br />

irrinunciabile per proseguire nel sentiero di sviluppo avviato nel passato. Le sfide proposte<br />

dal futuro richiederanno quindi un interlocutore pubblico molto autorevole e operativo sul<br />

territorio dal momento che la maggior parte delle risposte derivanti dall’evoluzione di lungo<br />

periodo ricadranno sulle competenze regionali e locali. Qui si giocano le carte fondamentali<br />

in tema territoriale, ambientale e sociale; qui, però, non ci sono risorse né sufficiente<br />

autonomia operativa per affrontarle, considerato che lo stato centrale ostacolerà, come ha<br />

sempre fatto, un effettivo decentramento, sia pure costituzionalmente previsto. Ma a questo<br />

si aggiunga che la stessa struttura del governo locale mostra l’inadeguatezza ad affrontare<br />

problemi di area vasta (specie in ambiti metropolitani), per i quali la dimensione<br />

comunale è insufficiente, quella provinciale poco incisiva, quella regionale più di coordinamento<br />

e mediazione che di decisione.<br />

5. L’ultimo punto si riferisce ai livelli di benessere conseguibili in prospettiva e alla sua<br />

distribuzione tra categorie di individui, tra territori e tra generazioni. Come abbiamo visto<br />

nei precedenti paragrafi, le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza saranno acuite<br />

e il fenomeno della povertà apparirà più evidente. Avremo meno salari, più profitti e rendite<br />

e diminuirà la presenza di lavoro dipendente.<br />

Si registrerà poi una pressione sulla domanda di servizi che tenderà a divenire eccessiva.<br />

L’evoluzione demografica attesa, e soprattutto la crescita del peso degli anziani e<br />

degli immigrati sull’intera popolazione <strong>toscana</strong>, determinerà una forte pressione sui livelli<br />

di domanda dei servizi socio-sanitari, che tanto incidono sul livello di benessere degli individui.<br />

Si deve prevedere che questo rialzo della domanda indurrà incrementi di spesa<br />

pubblica difficilmente sostenibili. Per evitare deficit nei bilanci delle pubbliche amministrazioni<br />

(regionali o locali) le vie d’uscita (parzialmente integrabili) sono le seguenti: aumento<br />

delle entrate tributarie e tariffarie (anche attraverso un maggior recupero del gettito evaso<br />

o eluso) e/o riduzioni di spesa; queste ultime si potranno perseguire sia attraverso l’eliminazione<br />

delle inefficienze sia attraverso una più rigorosa selezione dei beneficiari delle<br />

prestazioni offerte. Si intravede però il rischio che soltanto la seconda via, quella della<br />

riduzione della spesa, sarà davvero disponibile per le Regioni, a meno che il federalismo<br />

non diventi più incisivo, ponendo nelle loro mani (e in generale in quelle di tutti i governi<br />

decentrati) strumenti efficaci di autonomia finanziaria.<br />

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