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Volume - Fondazione toscana sostenibile

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SPUNTI PER UNA DEFINIZIONE DELLE POLITICHE PER UNO<br />

SVILUPPO DI MEDIO PERIODO<br />

Alessandro Cavalieri - Responsabile Programmazione della Regione<br />

Toscana<br />

L’ orizzonte di medio periodo del quadro esterno<br />

La principale novità dell’attuale fase dello sviluppo può essere ricondotta ad una sintetica<br />

considerazione: mentre l’economia mondiale conosce il più elevato tasso di crescita<br />

dal lontano 1973, nei paesi sviluppati, ed in particolare in Europa non solo non si registra<br />

un’espansione generalizzata, ma, al contrario, prevalgono timori, atteggiamenti difensivi,<br />

ritorno a misure di protezionismo, senso di sfiducia nel futuro.<br />

Di fronte all’ampliamento dell’area dello sviluppo e a una continua e forte crescita<br />

economica a livello mondiale trainata prevalentemente dai paesi di nuova industrializzazione<br />

dell’Asia, appare sempre più difficile riportare su un trend significativo di sviluppo di<br />

medio periodo i maggiori paesi della vecchia Europa.<br />

Al netto delle oscillazioni congiunturali, quindi, l’orizzonte di medio periodo sembra<br />

caratterizzarsi per una redistribuzione tendenziale dello sviluppo dall’area dei paesi più<br />

ricchi a vantaggio di quelli asiatici di nuova e crescente industrializzazione, con una progressiva<br />

emarginazione del ruolo e del peso dell’Europa, ed in particolare del suo “cuore”<br />

centrale.<br />

I dati sui tassi di crescita registrati nei “picchi” della ripresa degli ultimi anni sono<br />

estremamente chiari: 2% in Europa (su valori inferiori l’Italia), 4% negli Stati Uniti, 8% in<br />

Cina. La situazione attuale è ancora più divergente, in particolare, in Italia dove la ripresa,<br />

quando arriva, si misura ormai su valori intorno ad un +1%, estremamente vicino, come in<br />

questi mesi, al limite della cosiddetta “recessione tecnica”, quando si scende sotto la<br />

crescita zero.<br />

Le dinamiche di medio periodo stanno, quindi, portando l’Europa lontano dagli obiettivi<br />

di Lisbona, mentre le tendenze future stanno segnalando un ulteriore aumento del divario,<br />

invece che una sua riduzione, per effetto di un auspicato maggiore dinamismo relativo<br />

dell’Europa rispetto al resto delle economie sviluppate.<br />

La tendenziale minore velocità dei paesi a più alto sviluppo (oggi l’Europa, ma domani,<br />

secondo alcuni osservatori, forse anche gli stessi Stati Uniti) si proietta in una crescente<br />

competizione nell’uso delle risorse energetiche e delle materie prime di base da parte<br />

delle economie di recente industrializzazione, che ne sta facendo lievitare il prezzo, nella<br />

prospettiva di una tendenziale “scarsità” futura.<br />

Il processo di sviluppo dell’intera Europa, anche se con significative eccezioni al suo<br />

interno, appare “frenato”. Sulla base dei trend passati e di quelli previsti per il prossimo<br />

futuro, appare scontato nelle analisi degli osservatori e operatori un profilo di “crescita<br />

bassa” nel medio periodo, con picchi massimi nei punti di ripresa intorno al 2,0% annuo.<br />

Se queste proiezioni si dovessero realizzare, il risultato sarà una progressiva perdita di<br />

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