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Volume - Fondazione toscana sostenibile

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momento che il mercato del lavoro non funziona come un unico aggregato, ma è fatto di<br />

mercati diversi, con riferimento sia a specifici territori che a specifiche professionalità.<br />

Non è detto, in altre parole, che a una sostanziale equivalenza tra la quantità complessiva<br />

del lavoro richiesto e offerto, questo equilibrio sia realizzato nei diversi territori e nelle<br />

diverse qualifiche.<br />

È infatti evidente che quanto maggiori sono le disparità territoriali tanto più difficile è<br />

che domanda e offerta trovino un adeguato equilibrio nei diversi territori. Del resto l’attuale<br />

livello di disoccupazione della Toscana, più alto rispetto alle altre regioni dell’Italia più<br />

industrializzata, è proprio dovuto alla presenza di forti disparità territoriali all’interno della<br />

regione (vedi Tabella 7.10 del Capitolo 7). Naturalmente non è chiaro se il sentiero di<br />

sviluppo previsto per i prossimi anni porterà a una accentuazione o a una attenuazione<br />

delle disparità oggi esistenti; tuttavia se, com’è probabile, gli attuali squilibri si confermassero<br />

anche negli anni a venire, solo una maggiore mobilità tra le diverse aree della regione<br />

consentirebbe di abbassare i livelli di disoccupazione. Una adeguata politica volta a<br />

favorire questo tipo di mobilità (politica della casa o politica dei trasporti all’interno della<br />

regione) potrebbe favorire un più facile incontro tra domanda e offerta di lavoro.<br />

Ma più rilevanti appaiono i problemi sul secondo versante -quello cioè della qualità del<br />

lavoro offerto e domandato- dal momento che anche a fronte di una sostanziale equivalenza tra<br />

totale della domanda e totale dell’offerta potrebbe capitare che alcune categorie di lavoratori<br />

non riescano, in termini di professionalità, a soddisfare le proprie esigenze di lavoro.<br />

Il riferimento è soprattutto ai laureati, una categoria che già oggi sembrerebbe soffrire<br />

in modo particolare; il loro tasso di disoccupazione è infatti più elevato della media<br />

(Tab. 8.7), inoltre, nel corso degli anni ‘90, mentre il tasso di disoccupazione complessivo<br />

si riduceva, quello dei laureati si è mantenuto costante. Questo non è avvenuto in Emilia,<br />

Piemonte e Lombardia dove si è ridotto in linea con quello complessivo.<br />

146<br />

Tabella 8.7<br />

TASSI DI DISOCCUPAZIONE PER I GIOVANI 25-34 ANNI. 2003<br />

Fonte: ISTAT, Indagine Trimestrale Forze Lavoro, 2003<br />

Età 25-34 TOTALE<br />

Università Diploma Inferiore TOTALE TOTALE Università<br />

Femmine<br />

TOSCANA 15,0 6,4 11,2 9,4 7,3 7,2<br />

Emilia 7,0 3,9 6,5 5,2 4,5 3,7<br />

Piemonte 8,6 5,6 8,4 6,9 6,8 5,2<br />

Lombardia 5,9 3,9 9,1 5,7 5,2 3,5<br />

Maschi<br />

TOSCANA 8,1 2,6 3,6 3,7 2,8 2,9<br />

Emilia 6,2 1,4 2,7 2,5 1,9 2,4<br />

Piemonte 4,7 3,3 4,5 4,0 3,3 2,3<br />

Lombardia 4,1 2,5 3,2 3,0 2,5 1,6<br />

TOTALE<br />

TOSCANA 12,0 4,5 6,3 6,2 4,7 5,0<br />

Emilia 6,7 2,6 4,1 3,8 3,1 3,0<br />

Piemonte 6,9 4,4 5,9 5,3 4,8 3,7<br />

Lombardia 5,1 3,2 5,3 4,2 3,6 2,5

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