Volume - Fondazione toscana sostenibile

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100% 75% 50% 25% 0% Assist. ospedaliera Grafico 10.4 SPESA PUBBLICA E PRIVATA PER TIPOLOGIA DI PRESTAZIONE. 2002 Valori % Fonte: stime IRPET Specialistica Farmaci Medicina di base Spesa a carico del SSR 10.3 I fattori che incidono sul consumo sanitario Spesa a carico dei cittadini Tabella 10.5 FATTORI INFLUENTI SUL CONSUMO SANITARIO Fonte: IRPET Altro TOTALE I fattori che incidono sulla quantità e sulla qualità dei consumi sanitari sono molteplici e spesso imprevedibili. Essi, però, vengono generalmente ricondotti a cinque diverse tipologie (Tab. 10.5): fattori demografici, socio-economici, culturali, epidemiologici, clinico-tecnologici e normativo-istituzionali. I primi quattro gruppi comprendono fattori che influenzano la domanda, mentre gli ultimi due agiscono prevalentemente sull’offerta dei servizi sanitari. Categorie dei fattori Esempi di variabili Tipologia di effetto Demografici Età - sesso - evento morte Domanda Socio-economici Livello di istruzione - reddito disponibile - dimensione familiare - condizioni di vita Domanda Etico-culturali Stili di vita - valori etici - percezione del proprio stato salute Domanda Epidemiologici Diffusione delle patologie Domanda Clinico-tecnologici Metodi di diagnosi - percorsi terapeutici Offerta Normativo-istituzionali Vincoli di budget o di dotazione - modelli di organizzazione dei servizi - regolamentazione Offerta Per ogni categoria di fattori si può tentare di delineare le tendenze evolutive, che in futuro potranno investire il sistema sanitario italiano e, in modo specifico, quello toscano, tanto nella componente pubblica quanto in quella privata. Le tendenze demografico-sociali, grazie alla disponibilità del modello di previsione della popolazione <strong>toscana</strong>, sono quelle più semplici da ipotizzare (Cap. 7). Può essere sufficiente richiamare che l’allungamento della vita media e la mancanza di un ricambio 167
generazionale adeguato da un lato, e la crescente debolezza delle reti di solidarietà familiare dall’altro, creeranno pressioni sulla spesa sanitaria e, più in generale, su tutta la spesa sociale. Si deve prevedere un calo dell’assistenza familiare per gli anziani non autosufficienti e di conseguenza anche un calo nelle cure sanitarie a domicilio, che sarebbero meno costose di quelle ospedaliere. Il problema della futura impennata dei costi ospedalieri per la cura degli anziani dovrebbe perciò essere affrontato per tempo, per non dover mai giungere alla decisione di abolire l’assistenza gratuita ai “grandi vecchi”, come già si è verificato in alcuni Paesi dell’Europa del Nord. Inoltre, la presenza sempre più massiccia di immigrati nella nostra regione, al di là dei suoi effetti economici positivi (il riequilibrio della natalità e l’apporto di forza lavoro, soprattutto nell’assistenza agli anziani non autosufficienti), porterà anch’essa domanda aggiuntiva di assistenza, considerando che gli stranieri -ma soprattutto gli extracomunitari- sono particolarmente esposti al rischio sanitario a causa delle loro condizioni lavorative spesso gravose e mal retribuite. Rispetto alle tendenze economico-sociali, per le quali è preferibile adottare un orizzonte di breve periodo, ci si può concentrare su due variabili: il livello d’istruzione, al crescere del quale si associa sempre una maggiore propensione al consumo sanitario sia di prevenzione sia di cura e una maggior pretesa di qualità nei servizi, e il livello di reddito percepito che, insieme alla possibilità o meno di ricevere un rimborso assicurativo per le spese mediche, incide sulla domanda sanitaria rispetto alla scelta fra assistenza pubblica e privata. Il livello d’istruzione della popolazione <strong>toscana</strong>, così come in Italia, è destinato nei prossimi anni ad aumentare per una serie di ragioni intuibili, compresa quella dell’allungamento dell’obbligo scolastico stabilito dalla recente riforma. Nonostante in Toscana i livelli di scolarizzazione dei figli siano stati, fino ad oggi, fortemente condizionati da quelli dei padri, si deve sperare che complessivamente le generazioni future saranno più istruite e si cureranno di più, proprio perché saranno più attente a prevenire e percepire qualsiasi sintomo di malattia. Il fatto, però, che l’ampliamento delle cure sanitarie che ne deriverà possa ricadere maggiormente sulla sanità pubblica oppure sulla privata dipenderà soprattutto dalle condizioni economiche delle famiglie (oltre che dalle caratteristiche dell’offerta). In termini di prospettive economiche ciò che conterà di più non sarà tanto il livello medio di reddito disponibile quanto la sua distribuzione. È risaputo che nel panorama italiano la Toscana rappresenta una situazione privilegiata: i redditi familiari sono infatti fra i più alti d’Italia e sono distribuiti in modo meno sperequato; vi sono, cioè, meno famiglie povere e quelle che lo sono, sono meno distanti dalla soglia di povertà. Tuttavia gli elementi di forza, che finora hanno sorretto questo quadro distributivo, si stanno indebolendo: l’accresciuta concorrenza internazionale, la debolissima dinamica salariale (negli ultimi anni è aumentata la disuguaglianza nella distribuzione primaria dei redditi, colpendo soprattutto i lavoratori dipendenti), la maggiore flessibilità nel mercato del lavoro (che spesso è ancora sinonimo di precarietà), il minor ruolo perequativo sia della famiglia che dello Stato (soprattutto per motivi di bilancio), e altro ancora, potrebbero in futuro abbassare le aspettative di reddito e divaricare ulteriormente le differenze nei livelli di reddito. In sostanza potrebbe aumentare il rischio di povertà, non solo per le famiglie di ultrasettantacinquenni, quelle monoparentali o quelle con i più bassi tassi di scolarizzazione, ma anche per le famiglie con figli minori. La vera novità nella struttura distributiva dei 168
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