Volume - Fondazione toscana sostenibile

Tabella 2.7
IL VALORE AGGIUNTO PER BRANCHE PRODUTTIVE
Tassi medi annui di variazione nel periodo 2005-2020
Fonte: stime IRPET
Agricoltura, caccia e silvicoltura 1,3
Pesca, piscicoltura e servizi connessi 1,2
Estrazione di minerali non energetici 0,0
Alimentari, bevande e tabacco 2,9
Tessili e abbigliamento 1,0
Concia, prodotti in cuoio, pelle e calzature 1,0
Legno e dei prodotti in legno 2,5
Carta, stampa ed editoria 3,6
Coke, raffinerie di petrolio 0,5
Prodotti chimici 5,1
Articoli in gomma e materie plastiche 2,3
Lavorazione di minerali non metalliferi 1,2
Metallo e fabbricazione di prodotti in metallo 1,6
Macchine ed apparecchi meccanici 3,1
Macchine elettriche e ottiche 2,7
Mezzi di trasporto 3,5
Altre industrie manifatturiere 2,1
Energia elettrica, di gas e acqua calda 1,9
Costruzioni 1,3
Commercio all’ingrosso e al dettaglio 1,9
Alberghi e ristoranti 1,4
Trasporti e comunicazioni 2,5
Intermediazione monetaria e finanziaria 1,4
Informatica, ricerca, altre attività 2,2
Pubblica amministrazione e difesa 1,3
Istruzione 1,3
Sanità e altri servizi sociali 1,5
Altri servizi pubblici, sociali e personali 1,9
Attività immobiliari e noleggio -0,1
TOTALE 1,7
3% annuo in termini reali) e crescite molto contenute e declinanti (attorno all’1% annuo)
per le produzioni più tradizionali (moda, lapideo, oreficeria). Resterebbe allineata invece
attorno alla media la crescita in termini reali del terziario; tuttavia, qualora proseguisse la
dinamica dei prezzi relativi osservata in questi ultimi anni, il peso del terziario in termini
nominali raggiungerebbe e superebbe il 75%, rafforzando l’incidenza del comparto nel
determinare le condizioni di competitività dell’intero sistema.
In sintesi, la proiezione lineare del sistema toscano mette in evidenza, anche in presenza
delle condizioni positive ipotizzate per il quadro mondiale e di una persistente
competitività del proprio apparato produttivo, un profilo di bassa crescita macroeconomica.
Situazioni di maggiore difficoltà nel quadro delle variabili esogene porterebbero l’economia
regionale addirittura su livelli di sostanziale stazionarietà.
Il rilancio dello sviluppo, in un quadro così definito, passa, quindi, attraverso la creazione
di stimoli, capaci di dare una spinta al sistema regionale oltre la proiezione delle condizioni
strutturali esistenti. La maggiore dinamicità può essere indotta dall’innovazione e
dalla creatività, le quali, data la pervasività del sistema dei servizi e delle produzioni
“immateriali”, non devono limitarsi all’ambito produttivo strettamente “materiale”.
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