Volume - Fondazione toscana sostenibile
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testa la Cina. Eravamo preparati a comprendere il nuovo che stava emergendo? Eravamo<br />
consapevoli di come esso avrebbe condizionato il commercio mondiale, la divisione<br />
internazionale del lavoro, le stesse ideologie e le forme dello sviluppo e di evoluzione<br />
dell’Europa? Eravamo coscienti che da lì a pochi anni si sarebbe manifestata una progressiva<br />
perdita del ruolo delle politiche nazionali e l’aprirsi di mercati e processi di<br />
internazionalizzazione, fino a toccare il cuore dei sistemi locali della nostra regione?<br />
La risposta è ovvia: non eravamo preparati. Non solo, ma l’eccessiva fiducia nel nostro<br />
modello di sviluppo, nel dinamismo delle strutture produttive, nella qualità del nostro<br />
sistema sociale e ambientale, alimentata dalla certezza di avere costruito una società ad<br />
elevato benessere e coesione sociale, ci ha impedito di percepire e intercettare i segnali<br />
e le discontinuità strutturali che si stavano manifestando fino a determinare i punti critici<br />
della situazione attuale.<br />
Per questo oggi vogliamo cambiare marcia. Vogliamo provare ad analizzare alcune<br />
direttrici dello sviluppo tentando di studiarne le possibili variabili e di percepire i segnali<br />
che possono determinare particolari sviluppi ed evoluzioni. Si tratta di imparare, partendo<br />
dalla convinzione che ciò che accadrà domani è già presente oggi, come ha scritto<br />
Rainer Maria Rilke: “il futuro entra in noi molto prima che accada”.<br />
Conoscere gli scenari di riferimento nel medio o lungo periodo è la condizione per<br />
compiere scelte politiche oculate e capaci di incidere.<br />
Il futuro del resto, anche quando appare lontano, è sempre presente nelle scelte che<br />
andiamo a compiere. Le strategie politiche delineate ed attuate si faranno sentire proprio<br />
intorno al 2020. È una data dietro l’angolo se si pensa alla realizzazione di una strada, di<br />
un tratto ferroviario, di altre infrastrutture importanti, agli effetti derivanti dall’imposizione<br />
di un nuovo tributo, ai risultati degli interventi nel campo della ricerca, dell’innovazione,<br />
dei processi formativi.<br />
Il programma di governo di questa legislatura, incentrato su otto Programmi strategici<br />
integrati, è il punto di partenza di questo Progetto Toscana 2020, per fare della Toscana<br />
una Regione sempre più competitiva, coesa e solidale.<br />
I dati, le considerazioni, le interpretazioni contenute in questo volume costituiscono il<br />
materiale sul quale sarà costruito l’impianto programmatico di questa legislatura.<br />
Si tratta di contributi eterogenei per metodo di analisi, livello di approfondimento, grado<br />
di rapporto con le problematiche specifiche della Toscana. Da essi scaturisce una lettura<br />
profondamente integrata dei diversi aspetti dello sviluppo regionale toscano attraverso<br />
l’indicazione dei punti di forza, di debolezza, di rischi e opportunità.<br />
Una particolare attenzione è rivolta alla valutazione della capacità del sistema produttivo<br />
della Toscana di essere presente in modo competitivo nel mercato globale.<br />
Le posizioni e le analisi presenti in questo volume sul modello economico toscano<br />
appaiono diverse, talora quasi contrapposte, per quanto nessuno metta in discussione il<br />
ruolo e l’importanza dei distretti manifatturieri.<br />
C’è tuttavia una definizione data dal prof. Becattini, uno studioso che la Toscana ha<br />
recentemente insignito del massimo riconoscimento, il premio Pegaso, per il contributo<br />
che ha saputo dare, attraverso il proprio lavoro ed i propri studi, all’evoluzione dei distretti,<br />
che sembra cogliere meglio di altri le capacità dei toscani di essere protagonisti<br />
del proprio sviluppo. Dice Becattini “Il distretto industriale è un microcosmo il cui appara-<br />
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