Volume - Fondazione toscana sostenibile
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12.4<br />
Mobilità e tendenze localizzative della residenza e della produzione<br />
Per una valutazione di lungo periodo della dinamica della mobilità occorre tenere conto<br />
delle convergenti o contrastanti interazioni fra domanda e offerta, sia per gli spostamenti di<br />
lungo che di breve raggio. Dal lato della domanda è opportuno analizzare e comprendere<br />
le abitudini di spostamento attuali e i fattori di cambiamento, legati alla particolare configurazione<br />
residenziale e del tessuto economico di una realtà territoriale. Dal lato dell’offerta<br />
di trasporto è necessario interrogarsi sul possibile impatto dell’innovazione tecnologica,<br />
organizzativa e infrastrutturale sulla dimensione spaziale dello sviluppo.<br />
Per valutare le tendenze della domanda di mobilità per poi prevederne gli effetti futuri,<br />
anche nel contesto regionale, è necessario, quindi, da un lato, analizzare i cambiamenti<br />
nelle abitudini e nei comportamenti individuali legati al consumo, all’abitazione, al lavoro,<br />
dall’altro guardare a come cambia l’organizzazione della produzione e i suoi riferimenti<br />
territoriali.<br />
Dal primo punto di vista tanto le scelte di convenienza individuale che le politiche urbanistiche<br />
e commerciali hanno nel corso dell’ultimo decennio privilegiato una crescente<br />
separazione e specializzazione di funzioni sul territorio, tra luoghi di residenza, studio,<br />
lavoro e tempo libero. Si è assistito quindi ad un progressivo decentramento e<br />
specializzazione di funzioni attraverso la creazione di poli universitari, di centri commerciali<br />
e ricreativi, di estesi spazi cinematografici e per il tempo libero, con evidenti conseguenze<br />
sulla frequenza e la distanza degli spostamenti della popolazione. L’evoluzione è tanto<br />
più evidente nei centri storici dove si è verificato un effetto di spiazzamento delle residenze<br />
verso aree caratterizzate da un minore costo e maggiore qualità della vita (una volta che i<br />
centri urbani sono diventati troppo costosi per l’addensarsi di attività terziarie e troppo<br />
congestionati dai flussi di mobilità generati). La concentrazione di opportunità di lavoro e<br />
studio in luoghi separati dalla residenza determina, quindi, oggi intensi flussi di spostamento<br />
pendolari, così come la tendenza alla concentrazione di grandi strutture commerciali<br />
e ricreative costituisce un ulteriore elemento di mobilità legata al tempo libero. Così,<br />
non solo i flussi di spostamento sono aumentati, ma si presentano oggi continui nel tempo,<br />
mentre vengono meno le ore e i giorni di punta e di morbida. In Toscana il fenomeno ha<br />
interessato in particolare Firenze, la cui area non ha aumentato abitanti ma li vede oggi<br />
ridistribuiti in un ambito territoriale più vasto, con il conseguente effetto di un aumento della<br />
dinamica pendolare. Tipico delle realtà economiche più avanzate è, infatti, l’ampliamento<br />
del bacino di attrazione degli spostamenti. Gravitano quotidianamente su Firenze sempre<br />
più consistenti flussi provenienti dalla seconda cintura urbana, oltre che dai principali capoluoghi<br />
dell’area metropolitana e non solo (Pistoia, Prato, Empoli, Borgo San Lorenzo,<br />
Arezzo). Condizioni diverse (costo della residenza da un lato, dotazione infrastrutturale e<br />
accessibilità dall’altro) rendono quindi sempre più conveniente scegliere il luogo della residenza<br />
lontano dal luogo di lavoro aumentando, però, il disagio legato alle fasi dello spostamento<br />
con evidenti effetti anche sul piano collettivo.<br />
Dal secondo punto di vista si assiste oggi ad una crescente apertura internazionale delle<br />
fasi del processo produttivo e all’integrazione delle imprese in sistemi di rete. È evidente che il<br />
201