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Volume - Fondazione toscana sostenibile

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così come in Italia, si è verificata in modo particolare nella componente adulta, grazie<br />

soprattutto al contributo del part-time a tempo indeterminato.<br />

Per andare oltre, risulta necessario ampliare sia il target che la tipologia delle politiche,<br />

con interventi mirati e qualificati legati ai tempi e alle esigenze delle famiglie (asili<br />

nidi, part-time, telelavoro, congedi parentali, ecc.)<br />

c) L’aumento dei tassi di occupazione della popolazione in età avanzata<br />

Gli obiettivi fissati a Lisbona e a Stoccolma indicano la necessità di raggiungere un<br />

tasso di occupazione per i lavoratori tra i 55 e i 64 anni del 50% nel 2010.<br />

L’aumento della partecipazione della forza lavoro è diventato una priorità. Ne consegue,<br />

come si osserva nel rapporto OCSE sull’Italia, l’urgenza di invertire la dinamica discendente<br />

del tasso di partecipazione al lavoro dei gruppi superiori di età.<br />

Il primo aspetto da mettere in evidenza è rappresentato dal marcato declino demografico<br />

della Toscana dove è in atto un processo di invecchiamento della forza lavoro, con una<br />

marcata flessione della popolazione in età lavorativa.<br />

Per quanto concerne l’occupazione della forza lavoro più anziana (55-64 anni), sebbene<br />

la crescita dell’ultimo quinquennio sia stata complessivamente modesta, il 2003 si è<br />

chiuso con un risultato favorevole: il tasso di occupazione è cresciuto dal 30,3% al 31,5%<br />

(contro una media italiana del 30,3% e dell’Italia centrale del 33,4%). In questo caso i<br />

tassi del Nord Est e del Nord Ovest risultano più bassi di quelli della nostra regione (rispettivamente<br />

26% e 29%).<br />

La dinamica del fenomeno fa pensare, comunque, che tale obiettivo sia irraggiungibile<br />

a meno che la riforma pensionistica, i cui effetti sono difficilmente quantificabili, non sia<br />

riduca in modo consiste l’accesso alle pensioni di anzianità<br />

d) La riduzione dei divari territoriali<br />

La situazione delle diverse province della Toscana evidenzia come, in alcuni casi, gli<br />

obiettivi comunitari siano stati quasi raggiunti o siano prossimi e altre aree siano invece<br />

ancora molto lontane.<br />

Siena rappresenta un vero e proprio benchmark regionale e si colloca già nel 2004 al<br />

livello indicato dalla Comunità Europea. Anche Firenze e Arezzo rappresentano aree dove<br />

il tasso di occupazione è prossimo agli obiettivi europei.<br />

Si evidenziano invece Massa, Livorno e Grosseto come province particolarmente<br />

svantaggiate -aventi cioè bassi tassi di occupazione e alti tassi di disoccupazione (Tab. 7.10).<br />

Anche il processo di flessibilizzazione dei rapporti di lavoro, se considerato in stretta<br />

relazione con i sentieri di sviluppo dei diversi sistemi locali, mostra una relazione stretta<br />

tra livello di sviluppo (sia esso ancora dipendente dall’industria oppure, come nel caso<br />

delle aree urbane, da attività di servizio) e l’utilizzo delle nuove tipologie occupazionali,<br />

indicando come una maggiore flessibilizzazione dei rapporti di lavoro possa avere effetti<br />

più o meno positivi, a seconda delle condizioni economico sociali dei sistemi di riferimento.<br />

Una recente indagine Irpet sulla flessibilità del lavoro indica infatti che nelle aree della<br />

costa e in quelle dell’agricoltura e del turismo, che ancora soffrono di bassi livelli occupazionali<br />

e di elevate quote di popolazione in cerca di lavoro, prevalgono contratti flessibili<br />

con scarsissimo grado di strutturazione (i contratti temporanei), lavori di bassa produttivi-<br />

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