Volume - Fondazione toscana sostenibile
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Nel segmento corporate sono previsti dei vantaggi per le imprese con un fatturato inferiore<br />
ai 50 milioni; questi saranno fruibili da larga parte delle nostre medie imprese. È importante<br />
sottolineare però che il rating, e il conseguente accantonamento patrimoniale, saranno definiti<br />
in base a una valutazione individuale, e non per gruppi omogenei di imprese come nel caso<br />
retail. Gli squilibri della struttura patrimoniale e finanziaria, gli andamenti settoriali, l’insufficiente<br />
trasparenza informativa della singola impresa corporate potranno influire negativamente sulla<br />
valutazione; perciò, anche se a livello di sistema (a livello aggregato) si prevedono vantaggi<br />
potenziali, la singola impresa potrà anche far fronte a una maggiore penalizzazione rispetto al<br />
quadro attuale, per effetto di una valutazione della banca più approfondita e selettiva.<br />
In conclusione, l’applicazione delle regole di Basilea2 non sembra dunque preludere a<br />
rischi di una stretta creditizia o di un aumento generalizzato del costo dei finanziamenti, come<br />
talvolta paventato, ma apre opportunità interessanti. Diventa importante valutare quali scelte<br />
potranno accrescere il potenziale di fruizione di tali opportunità e stimolare una riallocazione<br />
efficiente delle risorse “liberate” per effetto dei minori accantonamenti patrimoniali complessivamente<br />
richiesti alle banche.<br />
4.6<br />
Basilea2: aspetti controversi<br />
Le considerazioni appena fatte, valide se inserite in una valutazione aggregata di sistema,<br />
non sono riconducibili in maniera generalizzata a livello di singolo operatore economico o di<br />
categorie di operatori. Infatti, non è detto che le risorse immesse sul mercato per effetto dei<br />
nuovi vincoli patrimoniali per le banche, verranno destinate a maggiori impieghi verso<br />
microimprese e PMI. Ad esempio, una maggiore destinazione di risorse verso il credito al consumo<br />
potrebbe garantire alle banche un’opportunità alternativa di investimento remunerativa,<br />
con più bassi livelli di rischio.<br />
Inoltre, ciò che vale a livello di sistema non è detto che sia confermato per le singole imprese<br />
oggetto di valutazione individuale. Una media impresa scarsamente capitalizzata, con una<br />
struttura del debito sbilanciata sul breve periodo, attiva in un settore fortemente esposto alla<br />
concorrenza internazionale potrà ricevere un rating modesto e associato a un requisito<br />
patrimoniale meno favorevole rispetto a quello standard attuale. Questa impresa potrà dover<br />
affrontare una maggiore selezione in base alla valutazione del merito di credito oppure potrà<br />
vedere aumentato il costo del credito.<br />
Uno degli aspetti che destano molte preoccupazioni si riferisce al maggiore rigore dell’insieme<br />
di requisiti informativi e di valutazione finanziaria e patrimoniale che saranno imposti alle<br />
imprese, in particolare a quelle medio-grandi soggette a valutazioni individuali, per poter avere<br />
accesso al credito. Le imprese del segmento corporate, infatti, saranno sottoposte a valutazioni<br />
individuali che richiederanno un incremento delle informazioni fornite alla banca e un miglioramento<br />
della qualità delle stesse.<br />
Nel caso delle imprese retail alcuni possibili svantaggi potranno derivare dagli eccessivi<br />
automatismi che potrebbero caratterizzare l’analisi preliminare e la valutazione del merito di<br />
credito, che renderebbero più impersonali i rapporti tra banca e impresa, penalizzando soprattutto<br />
le imprese in fase di start up.<br />
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