29.05.2013 Views

Volume - Fondazione toscana sostenibile

Volume - Fondazione toscana sostenibile

Volume - Fondazione toscana sostenibile

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

2. Punti critici: implosione demografica e implosione settoriale<br />

Il motore dello sviluppo, che ha funzionato abbastanza bene negli ultimi trenta anni, comincia<br />

a battere in testa e, guardando avanti, rischia di bloccarsi in modo anche più serio intorno a<br />

due punti critici:<br />

• l’implosione demografica, dovuta alla somma del calo demografico (riduzione delle nascite)<br />

e dell’invecchiamento “naturale” delle persone, assieme alle loro esperienze e capacità;<br />

• l’implosione settoriale, dovuta alla riduzione della base occupazionale dei settori portanti<br />

dell’economia <strong>toscana</strong> attuale (manifattura, terziario tradizionale), accerchiati da pressioni<br />

concorrenziali a cui sarà sempre più difficile sottrarsi.<br />

Una ragionevole previsione extrapolativa suggerisce che queste due tendenze sono<br />

destinate a durare, dispiegando i loro effetti ancora per molti anni. Ne consegue uno scenario<br />

del genere: una società che tende ad invecchiare -come persone e come idee- si<br />

trova ad affrontare il compito “impossibile” di un rivoluzionamento sostanziale della propria<br />

base produttiva, perché le attività che sa fare tendono ad andare altrove o a diventare<br />

obsolete. Con un probabile risultato: l’arroccamento difensivo sulla propria identità storica,<br />

chiudendosi nella cittadella murata di quello che c’è, e che esclude il nuovo come minaccioso,<br />

nemico e comunque -alla fin fine- inutilizzabile.<br />

Questo esito sarebbe esiziale non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale:<br />

se dobbiamo definire il porto da raggiungere per la Toscana del 2020, il primo requisito<br />

deve al contrario essere la realizzazione di una società aperta, dialogica, che non ha paura<br />

del nuovo perché è capace di capirlo, accoglierlo e utilizzarlo. Questo requisito, per così<br />

dire metodologico o di atteggiamento culturale, è valido anche a prescindere dai vantaggi<br />

economici che ad esso sono connessi. Anche nel mondo di oggi vale la vecchia massima:<br />

se, per soccorrere un uomo che ha fame, gli dai un pesce, lo sfamerai un giorno; se gli<br />

insegni a pescare lo sfamerai tutta la vita. Un metodo giusto per affrontare la competizione<br />

e far valere le proprie ragioni è più importante dei vantaggi o svantaggi contingenti che può<br />

comportare nell’immediato.<br />

Dunque, l’implosione demografica e quella settoriale vanno prevenute e invertite agendo,<br />

per tempo, per favorire:<br />

• il ricambio personale, ringiovanendo la società regionale in base alle persone che in<br />

essa pensano, agiscono, vivono;<br />

• il ricambio strutturale, innovando la base settoriale (manifattura e terziario tradizionale)<br />

e localizzativa (distretti, sistemi locali) dell’economia regionale, che ha preso forma in<br />

condizioni molto diverse dalle attuali. Si tratta, da un lato, di “allungare” le filiere produttive<br />

oltre i circuiti locali; e, dall’altro, di colmare i vuoti aperti dal regresso della manifattura<br />

e del commercio tradizionali con una più consistente presenza di nuove attività.<br />

Nuove persone, nuove attività: questo potrebbe essere in sintesi l’oggetto di un programma<br />

a lungo termine di esplorazione e costruzione del futuro nel sistema regionale<br />

toscano.<br />

299

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!