Volume - Fondazione toscana sostenibile
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e a crescere e non potranno farlo lentamente.<br />
Il punto fondamentale da chiarire è, quindi, se si ritiene di dover lavorare per una Toscana<br />
“diversamente sviluppata” cioè una per “crescita diversa”, o meglio per una ricchezza<br />
diversa, operando la discontinuità di cui sopra, oppure fare fronte, al meglio, alle<br />
discontinuità provenienti dall’esterno.<br />
Ma difficilmente saremo in grado di rispondere a queste domande a “bisogni invariati”,<br />
a maggior ragione per una popolazione che cresce solo per effetto degli immigrati, che si<br />
collocheranno, stante l’attuale situazione, nelle fasce meno ricche del lavoro e della popolazione,<br />
ma rivendicheranno consumi “ricchi”, merci da mercato “occidentale”, modelli di<br />
consumo che noi ben sappiamo già oggi insostenibili.<br />
5. Le possibili politiche di intervento<br />
Quali discontinuità sono necessarie e possibili per costruire questa “nuova” prospettiva?<br />
Per quanto riguarda la produzione, il mercato e la pubblica amministrazione occorre<br />
approfondire la sperimentazione, proprio a partire da una Regione che ha prodotto risultati<br />
importanti, ma anche contraddittori, sul piano della produzione normativa. Vanno riviste ed<br />
aggiornate le politiche per lo sviluppo <strong>sostenibile</strong> in funzione di una diversa lettura dei<br />
meccanismi dello sviluppo, intanto istituendo task forces collegate fra di loro in ognuna<br />
delle Direzioni generali della Regione al fine di una migliore integrazione delle politiche.<br />
Deve essere varato un reale sistema di attuazione della Valutazione Strategica di piani e<br />
programmi e di altri sistemi di valutazione ambientale, come processo di costruzione di<br />
piani e programmi, della programmazione regionale e soprattutto nei progetti di ricerca e<br />
sviluppo, di partecipazione ai processi decisionali. La valutazione deve essere anche degli<br />
effetti delle politiche.<br />
È necessario pensare all’integrazione tra meccanismi di comando e controllo dell’offerta<br />
e meccanismi di orientamento della domanda e dei comportamenti dei soggetti economici<br />
e civili, dal punto di vista ambientale e sociale, come unica soluzione in grado di porre<br />
democraticamente indirizzi/limiti al mercato. Infatti, senza meccanismi di controllo (dell’offerta,<br />
quindi della produzione) efficaci ed efficienti, l’orientamento della domanda rischia di<br />
essere inutile.<br />
Ciò in estrema sintesi può significare:<br />
• l’adozione di un piano pluriennale di investimenti per la ricerca, della crescita e diffusione<br />
della istruzione e della conoscenza per il quale lanciare la raccolta di risparmio<br />
attraverso un grande prestito pubblico;<br />
• la promozione di modelli di consumo, produzione, e riproduzione che rispettino e salvaguardino<br />
le capacità rigenerative del territorio, i diritti umani e il benessere delle comunità;<br />
• l’adozione di una politica industriale regionale fondata sulla qualità della ricerca, l’innovazione<br />
di prodotto, la qualità ambientale, l’uso di energia rinnovabile;<br />
• la rapida ed efficace adozione della valutazione strategica di piani e programmi (adozione<br />
della Direttiva CE 42/2001 come previsto dalla LR di programmazione e dalla LR<br />
di governo del territorio) in modo da adottare piani e programmi integrati di sviluppo<br />
sociale ed economico ambientalmente sostenibili;<br />
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