Volume - Fondazione toscana sostenibile
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La prospettiva più realistica potrebbe diventare quella di imboccare un sentiero di crescita<br />
<strong>sostenibile</strong> puntando su un’allocazione intertemporale ottimale delle risorse e rivolgendo<br />
la sfida al tentativo di affermare un modello che consenta una maggiore qualità<br />
della crescita. In qualche realtà europea ciò è stato possibile garantendo anche uno sviluppo<br />
non asfittico dell’economia, per cui è legittimo assumerlo come obiettivo di fondo<br />
anche per la Toscana del futuro.<br />
Certo tutto questo pone il problema non irrilevante di come intervenire per modificare<br />
un modello di consumo all’interno di un sistema in cui la libera scelta degli individui resta<br />
un valore fondamentale. È evidente che in questo ambito tornerebbe ad essere centrale il<br />
ruolo dell’operatore pubblico, legittimo rappresentante della esigenza della riproducibilità<br />
del modello o, in altre parole, anche garante degli interessi delle generazioni future.<br />
Sui temi della crescita lenta, della sostenibilità e dei sentieri auspicabili per i consumi presenti<br />
e futuri, torneremo nelle successive riflessioni del progetto “Toscana 2020” perché sono<br />
certamente al centro delle possibili indicazioni di politica economica per il lungo periodo. D’altra<br />
parte, le stesse politiche sono condizionate dal secondo problema di scenario che abbiamo<br />
individuato e che riguarda la disponibilità e la dinamica delle risorse pubbliche.<br />
• Gli scenari sulle risorse pubbliche e la sostenibilità finanziaria<br />
La grande e crescente mobilità dei fattori produttivi, dovuta ai fenomeni di globalizzazione<br />
mondiale, all’avvento dei nuovi grandi competitors asiatici, all’allargamento dell’Europa, esalta<br />
i fenomeni di competizione fiscale e impone una prospettiva di pressione fiscale “controllata”,<br />
da cui non può certamente esimersi l’Italia. Ciò determina uno scenario di disponibilità limitata<br />
di risorse pubbliche che riguarderà anche la nostra regione. D’altra parte, l’opzione di federalismo<br />
fiscale è ormai certamente acquisita, per cui l’evocato problema di risorse scarse si accompagnerà<br />
ad una composizione delle risorse pubbliche differenziata rispetto al passato: più risorse<br />
a carattere regionale e locale e meno a carattere statale, più risorse proprie e meno trasferimenti<br />
erariali, più risorse a partenariato pubblico-privato.<br />
Un sistema di entrate regionali e locali composte da tributi propri (imposte e addizionali),<br />
compartecipazioni a tributi erariali riferite al territorio e trasferimenti perequativi -questi<br />
ultimi necessariamente contenuti, data la distribuzione del reddito e delle basi imponibili<br />
del Paese- è destinato, se non avverranno pericolose involuzioni in questa concitata fase<br />
legislativa, a dare alla Regione Toscana ciò di cui in prospettiva ha maggiormente bisogno,<br />
vale a dire un’adeguata flessibilità finanziaria, sotto forma di elevata discrezionalità di spesa<br />
e ampia autonomia tributaria. Operare in un contesto di flessibilità finanziaria significa<br />
che alla Regione Toscana sia consentito di muoversi senza vincoli di destinazione, se non<br />
quelli dettati dall’individuazione di livelli essenziali di prestazioni, su tutto il fronte delle<br />
politiche, da quelle sociali a quelle industriali, e potendo fare riferimento ad una scatola di<br />
attrezzi (leggi strumenti fiscali) ampia e dinamica nel tempo, da poter attivare sulla base<br />
delle strategie di fondo di volta in volta sviluppate.<br />
La Regione, insieme agli Enti locali toscani, ha sofferto negli ultimi anni di un grande<br />
clima d’incertezza finanziaria, che ha imposto a tutti i governi periferici molti vincoli e poche<br />
opportunità, dovendo essi assumere da subito una piena responsabilità sulla spesa, con<br />
competenze sempre più ampie e impegnative e regole sempre più stringenti del Patto di<br />
Stabilità Interno, senza però poter disporre di un’adeguata responsabilità sull’entrata. In<br />
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