Volume - Fondazione toscana sostenibile
Volume - Fondazione toscana sostenibile
Volume - Fondazione toscana sostenibile
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
organizzate: per le imprese, per le città, per i distretti, per i capitalismi nazionali. Per tutti,<br />
bisogna mettere in conto la fatica di Sisifo necessaria per de-costruire le precedenti strutture<br />
e ri-costruirle in forme nuove, sperimentali e adattive, se si vuole ridurre il peso della<br />
path dependence dal passato e se si vuole avere il minimo dei vincoli per adattarsi, giorno<br />
per giorno, al contingente.<br />
Ma questa ricerca delle “mani libere” per poter approfittare delle contingenze, senza<br />
vincoli e impegni pregressi, ha anche degli inconvenienti. È vero che la “flessibilità buona”<br />
è quella che, riducendo i vincoli precostituiti, prepara ad ogni evenienza e aumenta la<br />
velocità con cui si riesce ad intercettare il nuovo e a metabolizzare il cambiamento. Ma c’è<br />
anche la “flessibilità cattiva”: quella che, per tenersi le mani libere, riduce i legami sociali,<br />
azzera gli impegni con gli altri, cancella identità storiche e -aumentando la solitudine e<br />
l’incertezza degli agenti- li induce alla fine a rinunciare agli investimenti nella costruzione<br />
del futuro secondo un progetto condiviso.<br />
Dunque, adottare un orizzonte al 2020 -come fa il progetto Toscana 2020- significa<br />
innanzitutto prendere posizione rispetto a questo doppio, e contraddittorio, esercizio della<br />
flessibilità. Non si tratta tanto di fare un esercizio previsivo (scarsamente attendibile) su<br />
“come sarà” -ceteris paribus- la Toscana tra 15 anni, ossia precedendo l’esito oggettivo dei<br />
processi in atto, nell’ipotesi che le tendenze in atto vadano avanti indisturbate.<br />
L’extrapolazione, se fine a se stessa, non è né possibile né, per davvero, utile. Ma, invece,<br />
un esercizio extrapolativo può essere fondamentale se la previsione a lungo termine viene<br />
pensata come il primo passo di un processo che cerca di allontanarsi dalla flessibilità<br />
meramente adattiva, congiunturale, per dare spazio alla flessibilità progettuale, che cerca<br />
di identificare i margini di libertà che rimangono nel processo evolutivo, intervenendo per<br />
tempo a fare le scelte collettive che rendano consapevole la scelta del proprio futuro.<br />
Bisogna, insomma, definire il porto di arrivo: non tanto perché si prevede che i venti in<br />
essere ci portino proprio lì -evento assolutamente improbabile- quanto perché, come dice<br />
Seneca, non ci può essere mai vento a favore per il marinaio che non sa qual è il suo porto.<br />
La complessità dell’evoluzione in corso e il suo carattere fortemente indeterminato impongono<br />
un approccio strategico, non meramente adattivo: inseguendo i venti e la congiuntura,<br />
si rischia di girare in circolo, senza andare -alla lunga- da nessuna parte. Se invece si<br />
sceglie, strategicamente, verso quale porto tendere, poi si potrà adattare la tattica ai venti<br />
che cambiano di giorno in giorno, frenando quando sono contrari e mettendo le vele al<br />
vento quando invece sono a favore.<br />
Con una conseguenza: l’oggetto implicito delle riflessioni sul 2020 è il programma d’azione<br />
da svolgersi adesso, nel 2005 o nel 2006, per correggere le tendenze spontanee sulla<br />
base di un’idea strategica di quale sia il porto da raggiungere. È questo lo spirito con cui il<br />
progetto Toscana 2020 acquista senso e utilità, in una situazione in cui le previsioni “oggettive”,<br />
neutrali, diventano non solo difficili, ma mis-leading, finendo per oscurare lo spazio<br />
(aperto) di possibilità da cui può scaturire il futuro possibile.<br />
Il lungo periodo è il prodotto, in questo senso, sia dei potenziali fattori critici, sia della<br />
risposta che ci si prepara a dare e che si sarà in effetti capaci di dare nel corso del tempo.<br />
Dunque, il lungo periodo non è un affare per soli tecnici, e meno che meno per soli esperti<br />
della previsione neutrale, oggettiva: ma per la politica e le sue decisioni, anche in termini di<br />
valori da far valere nella valutazione e scelta del futuro possibile.<br />
298