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Volume - Fondazione toscana sostenibile

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-10<br />

Grafico 1.5<br />

ESPORTAZIONI ITALIANE<br />

Variazioni % su anno precedente<br />

Fonte: ISTAT<br />

1971<br />

1972<br />

1973<br />

1974<br />

1975<br />

1976<br />

1977<br />

1978<br />

1979<br />

1980<br />

1981<br />

1982<br />

1983<br />

1984<br />

1985<br />

1986<br />

1987<br />

1988<br />

1989<br />

1990<br />

1991<br />

1992<br />

1993<br />

1994<br />

1995<br />

1996<br />

1997<br />

1998<br />

1999<br />

2000<br />

2001<br />

2002<br />

2003<br />

Il dato non è preoccupante in sé, apparendo del tutto normale che paesi altamente sviluppati<br />

rallentino nelle proprie dinamiche, ma lo è se confrontato con quello di paesi simili i quali<br />

mantengono, con qualche eccezione, aumenti del PIL regolarmente superiori a quello italiano.<br />

È sul persistere di questa maggiore lentezza, anche nei confronti di paesi vicini, che si fonda<br />

l’ipotesi di una preoccupante perdita di competitività dell’economia italiana, ipotesi estesa in<br />

realtà a buona parte dei paesi europei.<br />

1.3<br />

La perdita di competitività: coinvolge anche la Toscana?<br />

Lasciando da parte le possibili cause generali delle difficoltà dell’Europa (frammentazione<br />

politico-istituzionale rispetto alle altre aree, scarso peso geo-politico e militare, minore capacità<br />

di ricerca e innovazione, minore flessibilità sociale, compensata da una migliore qualità della<br />

vita, ecc.) vi sono alcune cause specifiche, individuate dalla maggior parte degli osservatori per<br />

il nostro paese e che sembrerebbero valere, a maggior ragione, per la Toscana:<br />

• la specializzazione settoriale non adeguata alla riorganizzazione del commercio internazionale<br />

e, più in particolare, al mutamento dei prezzi relativi e alla dinamica dei costi comparati;<br />

la collocazione in mercati di nicchia di qualità attenua ma non elimina il problema, mentre<br />

ancora insufficiente appare la risalita delle tecnologie indotta dallo spostamento progressivo<br />

verso la meccanica e l’impiantistica.<br />

• la piccola dimensione media dell’impresa, anche se inserita in contesti distrettuali, rende<br />

difficile l’allargamento e la diffusione del processo di innovazione (nei suoi diversi aspetti);<br />

questo aspetto, combinato con quello precedente, rende progressivamente meno competitivo<br />

l’intero sistema produttivo, anche perché la terziarizzazione in corso sposta risorse verso<br />

attività non sempre competitive.<br />

• la carenza di nuove economie esterne territoriali di tipo strategico quali quelle derivanti da<br />

una debole presenza di servizi alle imprese e al territorio, i maggiori costi infrastrutturali per<br />

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