Volume - Fondazione toscana sostenibile

egione, è ancora ben lontano dal raggiungere i livelli europei. Si tenga a proposito conto
del fatto che nell’EU15 il peso del part-time sul totale dell’occupazione femminile dipendente
è del 33,5%, nei paesi Bassi supera il 70%, in Italia è 16,9% e in Toscana del
18,4%. Nella nostra regione, così come nel resto del paese, questa tipologia contrattuale
ha consentito, negli ultimi dieci anni, un notevole incremento dell’occupazione femminile,
facendo quindi pensare che un suo ulteriore sviluppo potrebbe essere molto utile per
incrementare la partecipazione femminile al lavoro.
Non bisogna poi dimenticare la riforma pensionistica in atto e i suoi effetti sul tasso di
attività nelle età più avanzate.
Inoltre, anche gli andamenti dei flussi migratori, che hanno una notevole influenza
sulla numerosità della popolazione in età lavorativa, potrebbero in futuro discostarsi da
quelli considerati nel modello di previsioni demografiche, in quanto influenzati dal trend
economico, nonché dalle future politiche migratorie.
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7.2
La dinamica della partecipazione al lavoro in Toscana: 1983-2003
Per comprendere cosa potrà accadere in futuro è opportuno partire da quanto è successo
nel passato. A questo proposito saranno esaminati i principali mutamenti verificatisi
nel ventennio trascorso nella dinamica della partecipazione al lavoro in Toscana.
Osservando l’andamento complessivo della popolazione attiva in questo periodo
(Graf. 7.1), si nota come, con qualche oscillazione congiunturale, il numero di attivi sia sostanzialmente
stabile intorno alle 1.480 mila unità fino al 1998, per poi crescere notevolmente, e
realizzare nel 2003 un saldo positivo di 79mila unità, con una crescita di 5 punti percentuali.
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120
115
110
105
100
95
90
Grafico 7.1
POPOLAZIONE ATTIVA IN TOSCANA. 1983-2003
Numeri indice 1983 = 100
Fonte: elaborazioni IRPET su dati ISTAT
Donne Uomini TOTALE
1983 1988 1993 1998 2003
Questa dinamica è la sintesi di due andamenti molto differenziati. Se distinguiamo la
popolazione attiva per genere, infatti, si osserva una tendenziale flessione della forza di
lavoro maschile, frutto di dinamiche contrapposte: un decremento di 63mila unità fino al
1998 e una risalita tra il 1999 e il 2003 (+28mila). Del tutto opposto, invece, l’andamento
della forza lavoro femminile, che cresce nello stesso intervallo del 20% (Tab. 7.2).