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Volume - Fondazione toscana sostenibile

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Grafico 11.5<br />

TOSCANA. NUMERO DEI MUSEI OGNI 20.000 ABITANTI. 2002<br />

Fonte: Archivio Regione Toscana<br />

Prato Massa Livorno Lucca Pisa Pistoia TOSCANA Firenze Arezzo Grosseto Siena<br />

e risorse culturali che caratterizza l’identità della regione. “Patrimonio” culturale, in questo<br />

senso, è anche lo straordinario equilibrio (che la storia ha prodotto e la politica ha generalmente<br />

salvaguardato) tra “natura” e “cultura”. Il territorio stesso può essere letto come un<br />

“palinsesto”, ovvero come risultante del progressivo stratificarsi e conservarsi delle relazioni<br />

tra il lavoro e la cultura della società e le peculiari caratteristiche dell’ambiente naturale,<br />

fino al prodursi di una simbiosi che rende indistinguibile, nel paesaggio toscano di<br />

oggi, ciò che è “cultura” da ciò che è “natura”. Dal nostro punto di vista, che è quello di<br />

misurare per quanto è possibile le dimensioni del “settore culturale”, la consapevolezza di<br />

questa simbiosi crea non pochi problemi metodologici: ad esempio, è sempre possibile, in<br />

linea teorica, “contare” quanti beni monumentali siano compresi in un determinato tessuto<br />

urbano o rurale, ma si rischia indubbiamente di oscurare quanto un bene di particolare<br />

pregio artistico o rilevanza culturale debba molto del proprio valore al suo intrinseco legame<br />

con un dato contesto ambientale e territoriale.<br />

11.4<br />

L’impatto economico e occupazionale<br />

Analisti autorevoli dell’economia della cultura sostengono che “il decennio ‘90 è caratterizzato<br />

da una presenza accresciuta del settore pubblico, che ha trovato un riscontro positivo sia<br />

nei consumi delle famiglie per i beni culturali e lo spettacolo dal vivo sia nei contributi di sponsor<br />

e mecenati” (Bodo, C., Spada, C., 2004, pg. 23). La lettura che viene presentata è di un settore<br />

dei beni e delle attività culturali in crescita e oggetto di una forte razionalizzazione, tanto nelle<br />

modalità della governance che negli strumenti di finanziamento, oggi diversificati e potenziati<br />

(dalle entrate del Lotto all’obbligo del “2 per mille”, alla legge Ronchey). Tutto ciò nonostante le<br />

alterne vicende dell’economica e delle finanze pubbliche del nostro paese.<br />

“Così nel paese il settore culturale vede crescere il valore aggiunto del 2,3% all’anno, contro<br />

il 1,6% del PIL nazionale, ed è certamente una sottostima… La crescita del settore pubblico<br />

(3,6%) supera quella del settore privato (1,8%), anche se la quota del valore aggiunto totale è<br />

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