Volume - Fondazione toscana sostenibile

• questo appare una naturale conseguenza della diversa dinamica dei settori di spesa che
restano allo Stato rispetto a quelli decentrati. Difesa, giustizia e rapporti internazionali, da un
lato, sanità, assistenza e istruzione dall’altro: è evidente lo scarto di dinamica fra il primo
gruppo di settori di intervento e il secondo, che infatti è composto da spese pesantemente
influenzate dai fattori demografici e dall’immigrazione (le previsioni di spesa avanzate nei
capitoli precedenti dedicati a sanità e istruzione lo testimoniano);
• la persistenza di competenze concorrenti fra Stato e Regioni farà sì che la copertura
finanziaria dei Livelli Essenziali di Assistenza dovrà essere a carico dello Stato, mentre
l’aumento dell’autonomia dal lato delle entrate per gli enti decentrati riguarderà i livelli
sovra-standard, oltre che le materie di loro esclusiva competenza;
• le compartecipazioni ai tributi erariali dovrebbero diventare lo strumento ordinario di
finanziamento erariale del governo locale, al pari di quanto avviene già oggi per le
Regioni a statuto speciale, sulle quali sarebbe opportuno un ripensamento per verificarne
l’attuale necessità, una volta che tutto il sistema delle Regioni sarà diventato più
autonomo;
• il sistema dei trasferimenti non potrà che essere ridisegnato tenendo conto del nuovo
ruolo assegnato alle Regioni dal testo costituzionale, ovvero realizzando un trasferimento
“a due stadi”, prima dallo Stato alle Regioni e poi da queste agli enti locali;
• infine, uno spazio reale di autonomia tributaria dovrà essere assicurato ai governi regionali
e locali, soprattutto nell’eventualità che l’IRAP venga ridotta o addirittura abolita,
non soltanto nel campo delle imposte immobiliari e delle imposte ambientali, ma
anche dei tributi di scopo, particolarmente adatti a garantire il principio della
controprestazione e della responsabilità.
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