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Volume - Fondazione toscana sostenibile

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Sotto questo aspetto, quindi, non ci si può che attendere una continua pressione al<br />

rialzo della spesa sanitaria. Nell’ambito della ricerca medica, però, nei prossimi anni dovrebbero<br />

subire un’accelerazione alcuni filoni di studio molto promettenti, che comporteranno<br />

forti costi iniziali d’investimento ma riduzioni successive di spesa sanitaria: ci si<br />

riferisce specificatamente alla diagnosi genetica. I test genetici, che hanno ricevuto il sostegno<br />

anche della Commissione Europea e che nei prossimi 10 anni dovrebbero diffondersi<br />

in molti settori sanitari, dovranno individuare i geni che predispongono a certe malattie<br />

e/o che giustificano l’inefficacia dei farmaci per determinati pazienti. Conoscendo i rischi<br />

che ognuno corre in base all’appartenenza a vari “tipi genetici”, sarà più facile prevenire<br />

le malattie (medicina predittiva), scoprire nuovi farmaci (genomica) e usare i farmaci<br />

“giusti” per le persone “giuste” (farmacogenetica). Saranno proprio la prevenzione delle<br />

patologie e la migliore efficacia dei trattamenti a garantire in futuro riduzioni nei livelli di<br />

spesa, il cui carico oltretutto potrebbe spostarsi sulle classi d’età più giovani.<br />

Prevedere gli effetti complessivi sulla spesa è, quindi, un’operazione particolarmente<br />

difficile, dal momento che, a seconda dei casi, le innovazioni tecnologiche potranno aumentare<br />

o ridurre i costi sanitari. In generale ci si attende che una nuova tecnologia consenta<br />

un abbassamento del costo unitario d’intervento, ma che possa auspicabilmente<br />

allargare la platea dei beneficiari, generando nuova domanda di cura: in tal caso i costi<br />

sanitari totali potrebbero anche aumentare. Molto dipende, però, dalla costosità della tecnologia<br />

e dalla diffusione della patologia da curare.<br />

Infine, la sanità del futuro -italiana e <strong>toscana</strong>- sarà diversa per effetto dell’evoluzione<br />

istituzionale-normativa. Sebbene esistano ancora molti aspetti incerti -primo fra tutti quello<br />

che riguarda il meccanismo di trasferimento delle risorse che lo Stato centrale dovrebbe<br />

garantire per coprire le prestazioni previste dai Livelli Essenziali d’Assistenza (LEA)- per<br />

quanto riguarda il federalismo sanitario, alcune ipotesi sul futuro possono essere avanzate,<br />

perché in questo settore, a differenza di molti altri, l’esperienza di regionalizzazione è<br />

ormai considerata un punto fermo. Si può allora prevedere che nei prossimi anni:<br />

• il sistema sanitario italiano (come quello toscano) rimarrà fortemente pubblico, nel senso<br />

che i principi guida continueranno ad essere quelli della copertura universale e della<br />

solidarietà;<br />

• si manterrà anche il principio della sussidiarietà nei servizi sanitari, che nel modello<br />

sanitario toscano trova tra l’altro una particolare enfasi, insieme ad altri capisaldi come<br />

la concertazione, l’integrazione e la logica di rete;<br />

• aumenterà la selettività nelle prestazioni completamente gratuite e quindi aumenteranno<br />

le forme di compartecipazione alla spesa da parte dei pazienti, perché i vincoli del<br />

bilancio pubblico italiano saranno sempre più opprimenti anche sulla spesa sanitaria,<br />

almeno fino a quando qualche sollievo non deriverà dai risparmi di spesa attesi dalla<br />

riforma previdenziale.<br />

Alla fine di questa lunga carrellata è giusto chiedersi se ha senso fare proiezioni di<br />

spesa sanitaria in funzione delle dinamiche demografiche (come quelle presentate qui di<br />

seguito), visto che essa dipende da un’infinità di variabili e visto che, nel breve periodo, la<br />

spesa può aumentare anche in assenza di modifiche al quadro demografico. Lo scetticismo<br />

sulle previsioni demografiche di spesa è stato l’atteggiamento prevalente fino a circa<br />

20 anni fa; la letteratura più recente, anche a livello internazionale, ha però dimostrato che<br />

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