Volume - Fondazione toscana sostenibile
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Ai processi di qualificazione e innovazione viene chiesto un ruolo decisivo: portare<br />
vivacità, voglia di impresa, una maggiore propensione al rischio, sia finanziario che professionale,<br />
in un quadro generale dove le condizioni al contorno sono di basso profilo sul<br />
piano della crescita economica delle realtà dentro le quali la Toscana è immersa e intende<br />
rimanere ancorata per la scelta e la condivisione di un modello sociale che sta alla base<br />
del “contratto sociale” tra il governo regionale e la popolazione della Toscana.<br />
L’innovazione è oggi necessaria per stare nel mercato globale in presenza di una<br />
progressiva perdita di competitività dell’Europa, in particolare dell’Italia e, al suo interno<br />
delle regioni più aperte ai mercati extra-europei. Alla aggressività dei nuovi competitor, si<br />
accompagna la difficoltà ad inserirsi nei nuovi spazi di un mercato che si sta allargando,<br />
ma che appare difficilmente raggiungibile con i tradizionali prodotti e modelli di presenza<br />
sui mercati esteri. Scontando la condivisione della situazione generale europea e italiana,<br />
la Toscana presenta una sua specificità, in negativo o positivo, con particolare riferimento<br />
allo spostamento attuato verso prodotti e servizi di media-alta qualità ai quali corrispondono<br />
anche analoghi livelli dei prezzi, con conseguente selezione di segmenti di mercato.<br />
Questo processo di difficile passaggio dalla quantità alla qualità si accompagna ad<br />
uno spostamento verso le fasi a monte e a valle, una parallela delocalizzazione delle fasi<br />
produttive centrali, ad una risalita delle tecnologie, che si esprime nella crescente quota<br />
dei macchinari nelle vendite all’estero. Il processo descritto è in atto, anche se al momento<br />
la selezione qualitativa di beni, servizi e macchinari non appare sufficiente, da sola, a<br />
recuperare le posizioni perse sul piano quantitativo.<br />
Nonostante i numerosi successi di “nicchia”, il problema da affrontare è quello di contrastare<br />
una perdita di competitività del sistema economico e sociale regionale nel suo<br />
complesso in questa difficile fase di ridefinizione e adattamento ai nuovi equilibri internazionali.<br />
L’individuazione dei principali punti-problema dello sviluppo<br />
L’analisi condotta nel corso del progetto Toscana2020 ha individuato con puntualità<br />
alcune “strozzature” presenti nel percorso di sviluppo della regione e che potranno determinare<br />
nel prossimo futuro punti di difficoltà da superare per assicurare e aumentare il<br />
livello di benessere raggiunto in Toscana.<br />
Per una esauriente analisi dei diversi aspetti rimandiamo agli approfondimenti contenuti<br />
in questo volume, oltre che alla sintesi che precede questa nota; in questa breve nota<br />
si intende andare oltre l’analisi e provare a delineare alcuni tratti di possibili indirizzi per<br />
politiche di intervento a sostegno dello sviluppo.<br />
Si tratta, ovviamente, solo di un contributo al dibattito, avendo ben presenti i limiti di<br />
possibili politiche a scala regionale, quando la dimensione delle difficoltà di questa fase<br />
dello sviluppo è certamente nazionale e europea.<br />
La prima considerazione riguarda il concetto di “declino” con il quale siamo chiamati a<br />
confrontarci quando siamo portati a commentare trend di medio periodo non particolarmente<br />
confortanti sul piano della crescita del PIL. Si tratta dello stesso meccanismo che<br />
ha definito come il “malato” dell’Europa l’Inghilterra negli anni ‘60, la Germania dopo la<br />
difficile unificazione negli anni ‘90, l’Italia dei primi anni del nuovo millennio.<br />
I numerosi reperti dell’analisi condotta sulle traiettorie di medio periodo della Toscana<br />
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