Volume - Fondazione toscana sostenibile
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13.6<br />
Riflessioni sulle tendenze evolutive della spesa e delle risorse<br />
Pur nell’aleatorietà che ancora avvolge la riforma federalista italiana, alcune tendenze<br />
di fondo sembrano ormai consolidate e dovrebbero perciò connotare l’operato dei governi<br />
decentrati, e quindi anche il governo locale in Toscana, nei prossimi anni.<br />
In estrema sintesi si può prevedere che il futuro di medio periodo sarà contrassegnato<br />
da una serie di elementi che, in modo schematico e quindi semplificato, possono essere<br />
aggregati in due diversi quadri prospettici, quello delle competenze e della concorrenza<br />
verticale fra centro e periferia da un lato, e quello dei livelli finanziari di intervento, dall’altro.<br />
Partiamo per comodità espositiva dal primo, il quadro della ripartizione delle funzioni,<br />
anche se ovviamente il futuro sarà (o dovrebbe essere) determinato considerando simultaneamente<br />
i due aspetti. Sembra certo che:<br />
• proseguirà il progressivo decentramento delle competenze, in linea con le tendenze<br />
internazionali che prevedono un’applicazione sempre più spinta del principio di<br />
sussidiarietà;<br />
• in questo scenario dovrebbero emergere due livelli di governo: quello regionale, che<br />
sarà enfatizzato dal ruolo rilevante che l’Unione europea assegna al “III livello comunitario”,<br />
e quello comunale, per il naturale rafforzamento che questo riferimento di base<br />
dell’organizzazione dei poteri pubblici ottiene ogni volta che si attua un processo di<br />
decentramento;<br />
• questa prospettiva dovrebbe trovare nel Centro Nord riscontri incoraggianti, visto l’elevato<br />
riconoscimento sociale assegnato al governo decentrato rispetto allo Stato in quest’area<br />
(mediamente 1 a 3 è il rapporto di fiducia fra Stato e Governo locale, in favore di<br />
quest’ultimo, secondo l’Istituto Cattaneo), mentre questa evoluzione sembra più<br />
problematica nel Sud, dove il rapporto di fiducia è addirittura rovesciato (2 a 1 a favore<br />
dello Stato in Calabria e in Sicilia);<br />
• fra questi due livelli “forti” si dovrebbe inserire la Città metropolitana, livello tanto necessario,<br />
specie in uno scenario di competizione internazionale fra sistemi urbani, quanto<br />
sostanzialmente osteggiato da Regioni e Comuni, si potrebbe dire per “concorrenza<br />
verticale preventiva”;<br />
• la forte differenza di risorse finanziarie, di fabbisogno e anche di risorse amministrative<br />
fra le diverse aree del Paese non potrà che orientare l’assetto del decentramento italiano<br />
(sia che si tratti di federalismo o di devoluzione) verso un modello spiccatamente<br />
solidaristico, più simile in sostanza a quello tedesco che a quello canadese;<br />
• si manterrà, infine, la logica della cogestione e della sovrapposizione fra Stato e Regioni,<br />
che nella sostanza confermerà l’esigenza di conservare materie a legislazione concorrente.<br />
Anche sul versante finanziario, insieme a molti dubbi, si possono individuare alcune<br />
certezze:<br />
• il trasferimento di funzioni dovrà essere realizzato con sostanziale stabilità della spesa,<br />
viste le precarie condizioni macroeconomiche della finanza pubblica italiana; in altri termini<br />
il governo centrale dovrà essere finalmente ridisegnato e alleggerito, anche finanziariamente,<br />
dopo mezzo secolo di sostanziale impermeabilità di fronte al decentramento;<br />
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