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Volume - Fondazione toscana sostenibile

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occupazione che deriverebbe dallo spostare all’estero fasi importanti del processo produttivo.<br />

Dall’altro, quelle di coloro che colgono invece le maggiori opportunità che potrebbero derivare<br />

all’economia italiana dai minori costi connessi allo spostamento all’estero delle fasi produttive<br />

più standardizzate. Infine, vi è chi associa a tale spostamento la capacità di entrare in quei<br />

mercati, conquistando fette importanti della loro domanda.<br />

È evidente che, a seconda di quale di tali tendenze prevarrà, vi saranno risultati molto<br />

diversi sull’economia del nostro Paese.<br />

Un’ultima questione riguarda la quotazione del dollaro, largamente responsabile delle peggiori<br />

prestazioni dell’economia italiane e ancor più <strong>toscana</strong> negli ultimi tre anni, a cui si aggiunge la questione<br />

petrolifera. Si tratta di una fase transitoria oppure i due fenomeni sono destinati a proseguire? A<br />

questo ultimo proposito molti analisti danno per scontato che le condizioni di oggi siano destinate a<br />

durare ancora per molto, per cui gli andamenti della recente congiuntura dovrebbero essere più rappresentativi,<br />

rispetto a quelli del decennio precedente, della possibile evoluzione del nostro sistema<br />

regionale, considerando, invece, quel periodo un caso ormai anomalo.<br />

Alla luce di queste considerazioni lo scenario macroeconomico assunto come riferimento<br />

per i prossimi anni si basa sull’ipotesi di un’economia mondiale che cresce ai ritmi degli anni<br />

novanta, con un dollaro che resta sostanzialmente sulle quotazioni attuali. Con questo scenario<br />

esogeno, la crescita dell’economia europea e italiana difficilmente si scosterà dal tasso<br />

tendenziale mostrato negli anni novanta, confermando quindi l’ipotesi della bassa crescita.<br />

Rispetto a questo scenario di base, le possibili alternative possono riguardare sia le ipotesi sulla<br />

evoluzione della domanda mondiale che quelle sul dollaro. Dal primo punto di vista, pare difficile<br />

immaginare una crescita più alta di quella del decennio precedente (+7,2% medio annuo), mentre non<br />

è da escludere l’ipotesi opposta, specialmente nel caso di una minore sostenibilità del doppio deficit da<br />

parte degli Stati Uniti e di un freno, più o meno manovrato, alla crescita nell’area asiatica.<br />

Per quel che riguarda il cambio col dollaro non è possibile immaginare soluzioni diverse da quella<br />

del mantenimento della quotazione attuale; tuttavia anche nel caso, pessimistico, di un suo ulteriore<br />

deprezzamento o al contrario di un ritorno a una parità unitaria con l’euro, i risultati pur essendo diversi<br />

da quelli sopra prospettati (ovviamente l’ultimo scenario è il migliore in termini di crescita macroeconomica<br />

sostenuta dalle esportazioni), non cambiano in modo sensibile l’evoluzione di lungo periodo.<br />

Sulla base delle caratteristiche di questo scenario, simili a quelle degli anni più recenti, le attese per<br />

l’economia italiana e <strong>toscana</strong> sarebbero quelle di una crescita simile a quella degli ultimi anni, a meno<br />

di reazioni da parte degli operatori che al momento non siamo in grado di prevedere.<br />

44<br />

Tabella 1.7<br />

EVOLUZIONE DELLE PARTECIPAZIONI ALL’ESTERO NEL MANIFATTURIERO DA PARTE DELLE IMPRESE ITALIANE<br />

Fonte: Banca dati REPRINT<br />

Numero imprese Addetti delle<br />

investitrici imprese partecipate<br />

1986 282 244.188<br />

1991 475 517.796<br />

1996 124 655.039<br />

2001 2.664 833.740<br />

2002 2.734 888.375<br />

2003 2.752 877.355<br />

2004 2.792 873.763

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