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Volume - Fondazione toscana sostenibile

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Se, come è probabile, la finanza dovrà contare su un minor flusso di risparmio, diventeranno<br />

ancor più stringenti i problemi di efficienza del sistema finanziario nell’allocazione<br />

di risorse finanziarie scarse. Ampi margini di recupero nella direzione della maggiore efficienza<br />

sono in parte già stati ottenuti attraverso l’ampio processo di liberalizzazione e<br />

ristrutturazione degli assetti proprietari delle banche, via privatizzazioni, fusioni e acquisizioni.<br />

Questo processo ha portato a ridurre il numero di banche operanti a livello nazionale, ma<br />

nello stesso tempo ha consentito una maggiore diffusione territoriale degli sportelli bancari.<br />

Per questo motivo, come si è visto per la Toscana, sono aumentate le banche presenti<br />

in ciascuna regione, nonostante esse siano complessivamente diminuite in Italia. Di conseguenza,<br />

a livello regionale si sono messi in moto i benefici effetti di una maggiore concorrenza<br />

bancaria. Le distanze operative tra banche, risparmiatori, imprese si sono ridotte<br />

per effetto non solo della apertura di molti nuovi sportelli, ma anche per l’introduzione delle<br />

nuove tecnologie dell’internet banking.<br />

Ma vi è ancora ampio spazio di miglioramento nei rapporti tra finanza, territorio e sviluppo.<br />

L’ormai prossima introduzione degli Accordi di Basilea2 obbligherà a mettere in<br />

diretta relazione la rischiosità delle imprese affidate e dei mercati cui fanno riferimento con<br />

il patrimonio delle banche affidatarie. Con questo approccio il rapporto banca-impresa<br />

diventerà più condizionato da valutazioni di merito oggettive a vantaggio della stabilità e<br />

della trasparenza. L’introduzione di regole oggettive uniformi e della liberalizzazione dei<br />

mercati finanziari punta al livellamento concorrenziale delle condizioni operative, alla standardizzazione<br />

dei prodotti e dei servizi finanziari, alla parificazione delle condizioni contrattuali.<br />

Tutto ciò contribuirà a proiettare nel futuro la tendenza già in atto alla crescente<br />

integrazione dei mercati finanziari sotto le spinte livellatrici della globalizzazione.<br />

Riportate entro un ambito territoriale delimitato, quale è quello della Toscana, e quindi<br />

rilette in chiave di localismo, le spinte globalizzatrici produrranno da un lato effetti benefici in<br />

termini di stimoli concorrenziali, di intensificazione degli scambi, di riduzione (sperata) dei<br />

costi, ma possono nascondere, dall’altro lato, insidie e controindicazioni che vanno attentamente<br />

individuate e valutate per evitare effetti distorsivi sullo sviluppo dei sistemi locali.<br />

Secondo i fautori acritici della globalizzazione finanziaria, il futuro delle banche sarà<br />

quello di divenire semplici broker che distribuiscono prodotti finanziari scambiati nei mercati<br />

finanziari. In questa attività contano soprattutto le economie di scala, per questo dovrà<br />

proseguire il processo di accorpamento tra banche, per ridurne ulteriormente il numero e<br />

aumentarne le dimensioni. Questa tendenza, che è già in atto, non va contrastata. Ma non<br />

potrà essere l’unica a prevalere. D’altro canto, non si spiegherebbe perché le stesse banche<br />

agiscano in controtendenza continuando ad aprire sportelli sul territorio, quando avrebbero<br />

di fronte la prospettiva di limitarsi a distribuire prodotti standardizzati a distanza via<br />

internet.<br />

Il problema non va visto in termini assoluti, ma relativi. Molto dipenderà da cosa verrà<br />

fatto, da come e da chi. In presenza di una pluralità di sistemi locali e di una moltitudine di<br />

piccole imprese, che rappresentano la caratteristica strutturale prevalente dell’economia<br />

<strong>toscana</strong>, il contributo in termini di efficienza delle spinte globalizzatrici è limitato e puntare<br />

in prospettiva solo ad esso può essere addirittura controproducente. Per questo vanno<br />

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