Volume - Fondazione toscana sostenibile
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f) Le trasformazioni dell’economia<br />
Le trasformazioni dell’economia -ed in particolare, la flessione registrata nella quota di<br />
reddito prodotto destinata ai salari a scapito dei profitti ed il contestuale processo di<br />
terziarizzazione del sistema produttivo- lasciano immaginare per il futuro un inasprimento<br />
degli squilibri nei livelli di reddito. Sfruttando le proprietà di scomposizione dell’indice di<br />
Gini è possibile stimare il contributo al margine che le diverse fonti di reddito esercitano<br />
oggi sulla disuguaglianza. Nella Tabella 14.17 è illustrata la variazione percentuale dell’indice<br />
di Gini conseguente ad una variazione di dieci punti percentuali attribuita -di volta in<br />
volta lasciando inalterato il valore delle altre componenti- a ciascuna fonte di reddito.<br />
Tabella 14.17<br />
CONTRIBUTO ALLA DISUGUALGLIANZA DELLE DIVERSE COMPONENTI DI REDDITO. ITALIA. 2002<br />
Variazioni % indice Gini<br />
Fonte: elaborazioni su dati BdI<br />
Reddito da lavoro dipendente -0,90<br />
di cui da lav. dipendente nell’agricoltura -0,08<br />
di cui da lav. dipendente nell’industria -0,75<br />
di cui da lav. dipendente nel terziario -0,65<br />
Reddito da lavoro autonomo +1,00<br />
di cui da lav. autonomo nell’agricoltura +0,23<br />
di cui da lav. autonomo nell’industria +0,25<br />
di cui da lav. autonomo nel terziario +0,88<br />
Redditi da trasferimenti previdenziali ed assistenziali -1,40<br />
Redditi da capitale 1,20<br />
L’interpretazione dei dati è immediata. La tendenziale crescita dei redditi professionali<br />
e da lavoro autonomo, delle rendite immobiliari e finanziarie, se continuerà ai ritmi attuali,<br />
fornirà perciò un contributo non marginale alla disuguaglianza dei tenori di vita.<br />
14.6<br />
Proviamo a guardare lontano<br />
Andiamo verso una società forse più dinamica, ma più disuguale, con lavori più instabili,<br />
meno salari e più profitti, una più elevata segmentazione nel mercato del lavoro fra<br />
occupati high shilled e low-skilled, una minore presenza di lavoro dipendente anche per i<br />
sempre più intensi processi di delocalizzazione delle imprese, in un contesto in cui sembra<br />
essersi ridotta la disponibilità sia delle risorse finanziarie (i flussi di spesa) e di capitale<br />
(infrastrutture sociali) degli enti pubblici, sia di quelle monetarie (i risparmi di una vita) ed<br />
immateriali (il complesso dei valori, il senso di solidarietà parentale) della famiglia.<br />
A questo scenario si aggiungono due fenomeni non trascurabili per gli evidenti riflessi<br />
sulla finanza e sulle politiche di welfare: l’invecchiamento della popolazione ed il maggiore<br />
numero di immigrati, probabilmente destinati ad aumentare ancora prima di stabilizzarsi<br />
definitivamente.<br />
L’aumento delle disuguaglianze è quasi inevitabile. Il punto è capire se ciò avverrà in<br />
un contesto di crescita o di stagnazione, perché a fronte di un innalzamento del tenore<br />
medio di vita molti sarebbero disposti a barattare il presente per un mondo più disuguale,<br />
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