Volume - Fondazione toscana sostenibile
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Il quadro di sintesi sembrerebbe dunque essere il seguente:<br />
a) il terziario ha aumentato il suo peso sull’economia in buona parte attraverso l’aumento<br />
dei prezzi relativi;<br />
b) l’aumento dei prezzi è causato dal più modesto ritmo di crescita della produttività del lavoro;<br />
c) il più lento aumento della produttività del lavoro ha condotto a (o è causato da) un<br />
maggior ricorso all’uso di lavoro;<br />
d) in linea con l’incremento della produttività, la remunerazione del lavoro è stata via via<br />
più bassa.<br />
Il punto c) pare centrale poiché conferma quanto detto a proposito di come la presenza<br />
di posizioni di protezione del settore abbia favorito un diffuso impiego di lavoro, attraverso<br />
l’uso di familiari nella gestione di piccoli negozi o anche attraverso la proliferazione di<br />
iniziative imprenditoriali non particolarmente remunerative, ma che, spesso, nascono in<br />
assenza di soluzioni imprenditoriali diverse.<br />
In realtà, nel corso degli anni, questo fenomeno sembra attenuarsi in modo costante: le<br />
dinamiche della produttività in diversi settori tornano infatti ad avvicinarsi e, con esse,<br />
anche l’evoluzione dei prezzi (cfr. Tab. 2.4).<br />
In sintesi, se in una prima fase (in particolare negli anni Settanta) il modello terziario<br />
sembrava seguire un comportamento tipico dei settori poco aperti e quindi protetto dalla<br />
concorrenza e anche con modeste prospettive di crescita della produttività (processi produttivi<br />
semplici, con scarso spazio per progresso tecnico ed innovazione), col passare<br />
degli anni il comparto ha teso a divenire più virtuoso, con incrementi più evidenti della<br />
produttività e con riflessi anche sulla evoluzione dei prezzi.<br />
In altri termini, i vantaggi goduti dal settore si sono manifestati prima (anni Settanta)<br />
attraverso aumenti dell’occupazione, successivamente attraverso l’aumento sia dell’occupazione<br />
che dei prezzi relativi (anni Ottanta), infine prevalentemente attraverso un aumento<br />
dei prezzi relativi (anni Novanta).<br />
Resta aperta la domanda se questa migliore dinamica dei prezzi relativi che ha operato<br />
nell’ultima fase sia l’indizio della persistenza di posizioni di rendita, o se sia piuttosto<br />
l’espressione dell’affermarsi, all’interno del settore, di servizi nuovi caratterizzati da un più<br />
alto valore aggiunto per addetto.<br />
Una risposta parziale a questa domanda la si può desumere dall’analisi delle singole<br />
branche che compongono il comparto e che presentano in effetti comportamenti molto<br />
differenziati in termini di evoluzione di quantità e prezzi.<br />
Possiamo in effetti ipotizzare che l’andamento di queste due grandezze sia determinato<br />
dalle dinamiche congiunte di domanda e offerta. In particolare, comparando l’andamento<br />
relativo di quantità e prezzi nei settori del terziario rispetto a quelli rilevati nel totale<br />
dell’economia, la distanza dal valore medio (posto uguale a 100) può spiegarsi solo con<br />
una diversa dinamica di domanda e di offerta.<br />
In modo forse un po’ semplificato potremmo identificare le seguenti tipologie di comportamento<br />
prevalente e non esclusivo, osservando se la domanda o i prezzi nel terziario<br />
sono cresciuti di più o di meno rispetto alla crescita che si è avuta nel complesso dell’economia<br />
(Graf. 2.5):<br />
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