Volume - Fondazione toscana sostenibile
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quote di mercato a fronte di un forte allargamento della base produttiva industriale a scala<br />
mondiale, in gran parte esterna all’area europea.<br />
Il difficile equilibrio sopra richiamato è stato costretto in vincoli ancora più stringenti<br />
dall’introduzione dell’Euro che ha reso per certi versi irreversibile il processo di convergenza<br />
all’interno dell’Europa delle politiche per lo sviluppo, non permettendo a nessuno di<br />
“scartellare” oltre un certo limite. Il risultato è stato una minore possibilità di attivazione<br />
delle politiche pubbliche nello stimolo della domanda aggregata, nonostante lo slittamento<br />
progressivo verso una minore tenuta dei parametri del patto di stabilità.<br />
In questo contesto i paesi, come l’Italia, con un alto debito pubblico hanno avuto e<br />
avranno margini di manovra ulteriormente ridotti. La tentazione di “scardinare” i vincoli per<br />
tentare l’aggancio alla ripresa in deficit spending è pericoloso e, per quanto detto sopra,<br />
inefficace anche nel rilanciare il ciclo economico; ciononostante è su questa strada che si<br />
sta muovendo il “cuore” storico dell’UE: Francia, Germania e Italia, spostando tendenzialmente<br />
il limite dal 3% al 4% del rapporto deficit/PIL, in presenza di tassi di crescita contenuti,<br />
scivolati in stagnazione, prima, e recessione, poi, in Italia.<br />
Nuove e diverse strategie di sviluppo per la Toscana<br />
Se la prospettiva di medio periodo è quella della qualificazione di uno sviluppo caratterizzato<br />
da una crescita economica del quadro di riferimento di profilo basso, da una<br />
dinamica demografica sostanzialmente stabile solo per effetto della componente migratoria<br />
netta, di una progressiva saturazione nell’uso del territorio, sono prevalentemente le trasformazioni<br />
qualitative compatibili con un dinamismo “frenato” sul piano quantitativo a<br />
permettere una duratura ripresa dello sviluppo in un trend di medio periodo.<br />
Sta in questa dimensione qualitativa della fase dello sviluppo regionale della Toscana,<br />
il ruolo centrale che assume l’innovazione nelle sue molteplici facce e la sua permeabilità<br />
e diffusione nel sistema produttivo e sociale della Toscana. Queste appaiono le condizioni<br />
al contorno almeno per quanto riguarda una Toscana ancora pienamente inserita nel “cuore”<br />
dell’Europa, condividendone i vincoli, ma anche i valori di un modello sociale riaffermato<br />
nelle scelte del governo regionale.<br />
Il percorso non è privo di rischi: il confine fra un sempre più qualificato sviluppo su<br />
tassi di crescita contenuti, insieme competitivo e socialmente e ambientalmente <strong>sostenibile</strong>,<br />
e un possibile progressivo declino derivante da una perdita di velocità rispetto ad<br />
altre realtà più dinamiche è molto labile. La scommessa delle politiche di sviluppo regionali<br />
è quella di riuscire a innestare un dinamico processo innovativo, alzando la “soglia<br />
critica” di innesto del circolo virtuoso, sotto la quale si cade nel circolo vizioso del declino<br />
economico e sociale.<br />
Il progressivo passaggio ad uno sviluppo basato sulla qualità si realizza solo portando la<br />
società <strong>toscana</strong> a confrontarsi sempre più con la competizione globale dove un ruolo fondamentale<br />
è oggi giocato dai “nuovi entrati”. La necessità di una piena integrazione con queste<br />
nuove realtà che stanno emergendo deriva da un duplice ordine di considerazioni.<br />
La prima è strettamente correlata allo stessa prospettiva del futuro della Toscana: se<br />
in prospettiva è quello il luogo della futura accumulazione dello sviluppo mondiale, solo lo<br />
stretto raccordo con quanto là avviene permette di inserire la Toscana in questo processo<br />
di allargamento del mondo sviluppato.<br />
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