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Lezioni di geometria analitica e proiettiva - Autistici

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— 659 —<br />

Conclu<strong>di</strong>amo che una quadrica possiede, in generale, tre 'piani<br />

principali.<br />

Ma si può affermar <strong>di</strong> più, che questi piani sono sempre<br />

reali. Basta perciò assicurarsi che siano tali le tre ra<strong>di</strong>ci<br />

A",, ko, ks della (5). Ora, che cosi sia, risulta da un noto teo-<br />

rema d'algebra, il quale insegna che la equazione <strong>di</strong> grado n<br />

(qui n = 3), ottenuta uguagliando a zero un determinante sim-<br />

metrico <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne n (ad elementi tutti reali), ai cui elementi<br />

principali sia aggiunta la incognita (qui — k), ha tutte le sue<br />

n ra<strong>di</strong>ci reali (').<br />

Però, nel caso presente, non occorre nemmeno ricorrere<br />

a quel teorema, bastando al nostro scopo il ragionamento che<br />

segue, nel quale dovremo tuttavia <strong>di</strong>stinguere le quadriche a<br />

centro dai paraboloi<strong>di</strong>.<br />

379. Piani principali delle quadriche a centro. — Supposto<br />

che la nostra superfìcie abbia un centro proprio 0, si osservi<br />

anzitutto che è certo reale una delle ra<strong>di</strong>ci dell'equazione (5), o<br />

(5'), <strong>di</strong>grado <strong>di</strong>spari a coefficienti reali. A questa ra<strong>di</strong>ce corri-<br />

sponde un piano principale reale tt, piano proprio, giacché contiene<br />

il centro C ; il <strong>di</strong>ametro p coniugato a ti è, per ipotesi, per-<br />

pen<strong>di</strong>colare a n (v. fig. <strong>di</strong> pag. 655). Il piano ji sega la quadrica<br />

lungo una conica K, che ha il centro C. Questa conica possiede<br />

(') Fra le tante <strong>di</strong>mostrazioni, che furono date <strong>di</strong> quel celebre teoi'ema,<br />

riproduciamo qui, per como<strong>di</strong>tà del lettore, la seguente, limitandoci al caso<br />

particolare che ci interessa.<br />

Supposto <strong>di</strong> aver calcolato una ra<strong>di</strong>ce k della (5), ed i corrispondenti<br />

valori non tutti nulli <strong>di</strong> l, m, n, sod<strong>di</strong>sfacenti al sistema (4), in cui, al po-<br />

sto <strong>di</strong> i", si sia sostituito il valore trovato, in<strong>di</strong>chiamo con V, w', n' i valori<br />

coniugati <strong>di</strong> l, m, n (valori che coincidono con l, m, n, se questi sono reali).<br />

Ora moltiplichiamo or<strong>di</strong>natamente le (4) per l', m\ n', e sommiamo membro<br />

a membro. Otterremo<br />

Olili' -\- a^mm' -\- a^^nn' -|" o-i^^wi' -\- V m) -\- ai^{ln' -f- V n)<br />

-\- a.2^{mn' -\- m'n) = k{ll' -f- mm' -\- nn'),<br />

nella quale il primo membro ed il coefficiente <strong>di</strong> k sono certamente reali,<br />

perchè tali sono II', . . . ,lm' -\- l'm, . . . (anche quando l, m, n fossero complessi).<br />

Inoltre II', mm' , nn' sono ^ 0, e certo non tutti e tre nulli,<br />

che altrimenti sarebbe Z rr: m = w = 0, contro la ipotesi ; dunque il coef-<br />

iiciente <strong>di</strong> k è <strong>di</strong>verso da zero. Ora l'equazione precedente, risolta rispetto<br />

a A-, dà per k un valore reale; è quin<strong>di</strong> vero ciò che si era affermato.

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