21.10.2020 Views

Alumnae | Ingegnere e Tecnologie | Alumni Politecnico di Milano

Le Alumne condividono la loro storia, in un dialogo virtuale con le future studentesse, per invitarle tutte a fare questa bellissima esperienza che si chiama Politecnico di Milano. 67 laureate in ingegneria tra il 1990 e il 2014, 67 modi diversi di essere ingegnere, tutti accomunati dalla competenza e dalla passione per il proprio lavoro. Quella degli Alumni è una community composta da circa 200 mila professionisti, architetti, designer e ingegneri, di tutte le età e da oltre 100 paesi nel mondo. Il libro “Alumnae” scatta una fotografia in primo piano di uno spaccato di questa grande famiglia politecnica, un primo passo per iniziare a conoscere più da vicino il mondo degli Alumni.

Le Alumne condividono la loro storia, in un dialogo virtuale con le future studentesse, per invitarle tutte a fare questa bellissima esperienza che si chiama Politecnico di Milano.
67 laureate in ingegneria tra il 1990 e il 2014, 67 modi diversi di essere ingegnere, tutti accomunati dalla competenza e dalla passione per il proprio lavoro.


Quella degli Alumni è una community composta da circa 200 mila professionisti, architetti, designer e ingegneri, di tutte le età e da oltre 100 paesi nel mondo.
Il libro “Alumnae” scatta una fotografia in primo piano di uno spaccato di questa grande famiglia politecnica, un primo passo per iniziare a conoscere più da vicino il mondo degli Alumni.

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La regola del compromesso vince sempre,<br />

bisogna essere abili e veloci nell’in<strong>di</strong>viduarla.<br />

È vero che in questo campo c’è molta <strong>di</strong>sparità <strong>di</strong> genere, ma le<br />

professioni non hanno sesso e non bisogna mai smettere <strong>di</strong> credere<br />

nelle proprie aspirazioni. Inoltre, l’ingegneria è un settore dove si<br />

trova un buon impiego, <strong>di</strong>ventando subito in<strong>di</strong>pendenti. Sono molte<br />

le cose che apprezzo <strong>di</strong> questo lavoro, e lo apprezzo molto, anche<br />

senza essere appassionata <strong>di</strong> automobili o Formula 1. Innanzitutto,<br />

il fatto <strong>di</strong> essere in un’azienda <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni, dove<br />

il fattore umano ha il suo peso, e dove il prodotto (l’automobile)<br />

passa dalla fase “foglio bianco” alla fase prototipale. Occupandomi<br />

<strong>di</strong> validazione virtuale e fisica ho la fortuna <strong>di</strong> cooperare con tutti<br />

i reparti, dallo stile alla progettazione, dal process engineering al<br />

manufacturing. Un altro aspetto positivo è l’internazionalità che si<br />

respira: i nostri clienti provengono da ogni parte del mondo, perciò<br />

esiste anche una componente, non trascurabile, <strong>di</strong> immedesimazione<br />

in culture <strong>di</strong>fferenti dalla propria, fattore che fa crescere, ad<br />

ogni età. Il mio lavoro è <strong>di</strong>verso ogni giorno, perché le problematiche<br />

da affrontare, pur appartenendo ad ambiti ben conosciuti,<br />

sono sempre nuove e sfidanti. Per esempio, <strong>di</strong>mensionare una<br />

scocca in carbonio è ben <strong>di</strong>verso dal <strong>di</strong>mensionarla in acciaio, materiale<br />

ancora <strong>di</strong>verso dall’alluminio. Non basta essere dei buoni<br />

ingegneri strutturisti: bisogna anche <strong>di</strong>alogare con i tecnologi perché<br />

a volte una soluzione vincente dal punto <strong>di</strong> vista strutturale<br />

non è fattibile o lo è ma a caro prezzo. La regola del compromesso<br />

vince sempre, bisogna essere abili e veloci nell’in<strong>di</strong>viduarla.<br />

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