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Tuttavia, sono consapevole che non sempre per i giovani sia facile
proiettarsi in una carriera lavorativa e in una scelta universitaria.
Questo è sovente ancor più marcato per le ragazze che talvolta
non riescono a ritrovarsi in una carriera nell’ambito ingegneristico,
spesso causata da una minore visibilità che viene data alle
donne di successo nell’ambito scientifico, che invece possono essere
di grande ispirazione e rappresentare un modello per una
ragazza come me, durante il liceo. Oggi ci sono molti più esempi
di donne nella scienza: Samantha Cristoforetti, prima astronauta
donna italiana, o la stessa Fabiola Gianotti, attualmente al suo
secondo mandato come direttore generale del CERN. Credo che
una comunicazione efficace fin dalla più giovane età possa essere
la chiave per illustrare con chiarezza quali siano le bellezze di una
professione scientifica, le sfide da sormontare, ma anche le gioie
di associare le proprie passioni con la propria attività lavorativa
che, in fondo, rappresenta comunque una grande parte del nostro
quotidiano.
A chi mi chiede se è facile combinare la vita professionale e quella
privata spesso rispondo come ingegnere e madre di una bimba di
due anni che non è facile trovare il giusto equilibrio da adottare.
Di sfide da sormontare ce ne sono ancora molte ma è importante
aprire gli orizzonti e considerare che non ci sono mestieri per
uomini o per donne, ci sono solo mestieri per chi ha voglia di lavorare,
mettersi in gioco e sfidarsi.
A chi entra nel mondo del lavoro invece consiglierei di cercare di
non fermarsi ai nomi noti dell’industria e di non rimanere solamente
in ambito italiano: fare un’esperienza all’estero è molto formativo
prima di tutto dal punto di vista personale, e molto spesso anche
dal punto di vista professionale. Non è un incentivo ad abbandonare
l’Italia ma a ritornarvi, con un notevole bagaglio culturale.
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