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e avere un mio team dedicato a progetti
relativi al cambiamento climatico.
Frequentare ambienti di questo tipo è
molto stimolante, ma anche difficile. C’è
poi la questione dello squilibrio di genere,
sia in Italia che all’estero. Il mio lavoro,
per esempio, si svolge anche al di fuori
dell’Italia, a volte in paesi dove i pregiudizi
e la società relegano la donna ad
una condizione marginale. Ho lavorato
per un anno su un progetto che aveva
l’obiettivo di migliorare l’efficienza delle
centrali di potenza in Tunisia. Farsi accettare
come capo progetto all’interno di
un ambito prettamente maschile mi ha
richiesto un notevole sforzo, ma questo
è stato premiato con la fiducia e la stima
delle persone con cui ho interagito.
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