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STATO DELLE CONOSCENZE - Autorità di Bacino del fiume Tevere

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AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE – UFFICIO PIANI E PROGRAMMI<br />

Anche la profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> tali falde è generalmente variabile, ed è la conseguenza <strong>del</strong>la<br />

variabilità lito-stratigrafica, tettonico-strutturale e morfologica <strong>del</strong>le aree collinari in<br />

oggetto.<br />

In alcuni casi è piuttosto superficiale giungendo ad interagire presumibilmente con gli<br />

scavi <strong>del</strong>le condotte.<br />

Nei fondovalle dei corsi d’acqua principali (F. Nestore e T. Caina), invece, quasi<br />

ovunque, si hanno falde superficiali, costituenti spesso il subalveo degli stessi.<br />

Un’altra interessante fonte <strong>di</strong> informazioni sono stati gli stu<strong>di</strong> condotti sul’Umbria e, in<br />

particolare, sul lago Trasimeno e le aree limitrofe.<br />

Le aree con presenza <strong>di</strong> risorse idriche rilevanti occupano poco più <strong>di</strong> un quarto <strong>del</strong><br />

territorio regionale e sono concentrate principalmente nella fascia orientale. Si possono<br />

<strong>di</strong>stinguere le risorse idriche costituite dagli acquiferi carbonatici dei rilievi montuosi,<br />

quelle dei principali acquiferi alluvionali <strong>del</strong>le aree pianeggianti e quella <strong>del</strong>l’aacquifero<br />

vulcanico a sud-ovest <strong>di</strong> Orvieto (ambito aree tabulari).<br />

I principali acquiferi carbonatici si trovano nei rilievi montuosi <strong>del</strong>la fascia orientale e<br />

dei Monti Martani: si tratta <strong>di</strong> acquiferi estesi, potenti e molto produttivi, con acque <strong>di</strong><br />

alta o me<strong>di</strong>o-alta qualità.<br />

Tra le aree pianeggianti, sede <strong>di</strong> acquiferi alluvionali <strong>di</strong> importanza regionale sono<br />

l’Alta Valle <strong>del</strong> <strong>Tevere</strong>, la Conca Eugubina, la Valle Umbra e la Conca Ternana. La<br />

produttività degli acquiferi presenti è elevata, le acque hanno generalmente<br />

caratteristiche chimico-fisiche naturali <strong>di</strong> buona qualità, localmente soggette a fenomeni<br />

<strong>di</strong> degrado indotti dalla forte pressione antropica.<br />

Le formazioni terziarie <strong>del</strong> bacino <strong>del</strong> Trasimeno sono in generale costituite da arenarie<br />

con notevole contenuto <strong>di</strong> argille, alternate a livelli decisamente argillosi e a livelli<br />

calcarei le cui fessure sono occluse da materiale estremamente fine. Nel complesso,<br />

quin<strong>di</strong>, queste formazioni hanno una permeabilità molto bassa; esse permettono<br />

l’instaurarsi solo <strong>di</strong> piccole falde idriche locali e molto sottili, per lo più nel materiale<br />

superficiale <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfacimento, dando origine a sorgenti con portata irrilevante sui pen<strong>di</strong>i<br />

<strong>del</strong>le colline che bordano la conca <strong>del</strong> Trasimeno.<br />

I terreni neogenici e quaternari, più prossimi al lago e <strong>di</strong> spessore non noto,<br />

suborizzontali e lentiformi, sono senza dubbio i più permeabili <strong>del</strong> bacino <strong>del</strong><br />

Trasimeno, essendo costituiti spesso da sabbie e ciottolami. Nonostante questi materiali<br />

siano generalmente legati da una matrice siltosa e argillosa e la permeabilità sia<br />

comunque bassa, in essi si instaura una falda più o meno continua che circonda tutto il<br />

lago. Tale falda,molto superficiale, mostra isofreatiche praticamente parallele alle<br />

isoipsie e sempre superiori al livello <strong>del</strong> lago, cosicchè si deve ammettere che essa<br />

contribuisca alla alimentazione <strong>del</strong> lago stesso e derivi principalmente dall’infriltrazione<br />

<strong>di</strong>retta <strong>del</strong>le acque meteoriche.<br />

Gli effetti <strong>del</strong> substrato, rappresentato da formazioni <strong>del</strong>l’Unità <strong>di</strong> M. Cervarola-M.<br />

Falterona, sembrerebbero escludere la possibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione <strong>di</strong> acque sotterranee<br />

verso N, S ed E; analogamente la presenza <strong>di</strong> un substrato impermeabile (argille<br />

Prima elaborazione <strong>del</strong> Progetto <strong>di</strong> Piano <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> – Allegato A – vol. 1 108

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