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STATO DELLE CONOSCENZE - Autorità di Bacino del fiume Tevere

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AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE – UFFICIO PIANI E PROGRAMMI<br />

argillosi e a ciottoletti silicei con resti <strong>di</strong> mammiferi e <strong>di</strong> molluschi <strong>di</strong> acqua dolce<br />

(Viviparus bellucci De Stefani) a cui si sovrappongono, sempre <strong>del</strong> bacino <strong>del</strong>la Val <strong>di</strong><br />

Chiana, più recenti depositi fluvio lacustri, con elementi provenienti da circostanti<br />

terreni <strong>di</strong> base.<br />

Il Quaternario me<strong>di</strong>o è costituito da se<strong>di</strong>menti sabbioso-argillosi con intercalazioni <strong>di</strong><br />

sottili letti ghiaiosi. Il Quaternario superiore presenta deposito <strong>del</strong>lo stesso tipo e un<br />

graduale passaggio ai se<strong>di</strong>menti attuali, per lo più torrentizi, ma anche lacustri e palustri.<br />

Inquadramento strutturale<br />

L’Appennino settentrionale è costituito in gran parte da unità tettoniche alloctone.<br />

Considerando una fascia che comprenda la Toscana, l’Umbria e le Marche i materiali<br />

ritenuti autoctoni affiorano, ad occidente nelle Alpi Apuane mentre ad oriente i<br />

complessiumbro-marchigiani sono ritenuti scollati dal substrato, almeno nelle parti più<br />

interne, ma non eccessivamente traslati, tanto che la parte estrema può essere<br />

considerata ancora pressochè autoctona.<br />

La maggior parte <strong>del</strong>la Toscana e <strong>del</strong>l’Umbria occidentale è costituita dalla falda<br />

toscana e da lembi più o meno estesi <strong>di</strong> flysch subligure, un tempo raggruppato sotto la<br />

denominazione comprensiva <strong>di</strong> “Argille scagliose” ed oggi meglio conosciuto come<br />

“Unità <strong>di</strong> Canetolo”. Si ritiene utile accennare al problema dei rapporti tra la formazione<br />

<strong>del</strong>le arenarie <strong>di</strong> Monte Cervarola, il Macigno s.s. e quin<strong>di</strong> la falda toscana, dal<br />

momento che il Trasimeno si trova inserito tra le due formazioni fliscioi<strong>di</strong>.<br />

Il Flysch <strong>del</strong>le Arenarie <strong>del</strong> Monte Cervarola è una formazione interme<strong>di</strong>a per posizione<br />

e caratteri litologici fra il Macigno e la Marnoso Arenacea umbra e non è chiaro su<br />

quale unità si sia deposto originariamente, in quanto il complesso <strong>del</strong>la Falda toscana ha<br />

il suo Flysch rappresentato dal Macigno, mentre il complesso Umbro Marchigiano è<br />

chiuso dalla Marnoso-Arenacea umbra. Sulla posizione originaria <strong>del</strong>la Arenarie <strong>del</strong><br />

Monte Cervarola che attualmente hanno una posizione esterna rispetto al Macigno e<br />

sono sovrascorse sul complesso Umbro-Marchigiano, vi sono varie ipotesi. Secondo<br />

Dallan Nar<strong>di</strong> e Nar<strong>di</strong> (1975) il Flysch <strong>del</strong> Monte Cervarola si sarebbe deposto sul<br />

Macigno <strong>del</strong>la falda toscana ed in parte all’esterno <strong>di</strong> questo facendo da transizione alla<br />

Marnoso-Arenacea romagnola: pertanto la sua alloctonia non sarebbe totale.<br />

A partire dal tardo Miocene gli sforzi compressivi tendono ad esaurirsi<br />

progressivamente e a spostarsi dal Tirreno verso l’Adriatico sostituiti da un regime<br />

<strong>di</strong>stensivo che ha dato origine a fratture, Horst e Graben allineati in prevalenza NW-SE.<br />

Questi movimenti, che si prolungheranno fino al Quaternario inoltrato, mascherano in<br />

parte la precedente struttura a pieghe, ma soprattutto sono i responsabili <strong>di</strong> alcune grosse<br />

linee <strong>del</strong>la morfologia <strong>di</strong> questa parte <strong>del</strong>la penisola, dando origine ai bacini<br />

villafranchiani <strong>del</strong>la Val <strong>di</strong> Chiana, <strong>del</strong>l’alto <strong>Tevere</strong>, ecc.. Il formarsi dei Graben<br />

principali risale al Pliocene inferiore: si tratta <strong>di</strong> bacini subisdenti allungati per lo più <strong>di</strong><br />

200 chilometri e ribassati (in assoluto) per centinaia <strong>di</strong> metri.<br />

Prima elaborazione <strong>del</strong> Progetto <strong>di</strong> Piano <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> – Allegato A – vol. 1 48

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