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STATO DELLE CONOSCENZE - Autorità di Bacino del fiume Tevere

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AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE – UFFICIO PIANI E PROGRAMMI<br />

idrogrammi <strong>di</strong> piena <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> <strong>Tevere</strong>, esercitato dall’ampia cassa <strong>di</strong> espansione<br />

presente nella parte <strong>del</strong>la bassa valle che da Passo Corese si estende fino a Castel<br />

Giubileo. Gli inse<strong>di</strong>amenti attualmente ivi realizzati, pur causando una riduzione <strong>del</strong>le<br />

aree allagabili solo <strong>del</strong> 15%, generano incrementi dei livelli che, in alcune sezioni,<br />

raggiungono e superano i 35 cm, con incrementi percentuali massimi relativi alle aree<br />

golenali <strong>del</strong>l’or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> 30-50%.<br />

La presenza degli inse<strong>di</strong>amenti considerati non mo<strong>di</strong>fica significativamente i valori<br />

<strong>del</strong>le portate <strong>di</strong> picco, risultando gli incrementi percentuali massimi <strong>di</strong> questi pari all’1-<br />

2%. Il risultato trova giustificazione nella limitata estensione degli inse<strong>di</strong>amenti e nella<br />

mancata significativa riduzione <strong>del</strong> volume d’invaso conseguente all’incremento dei<br />

livelli <strong>di</strong> piena.<br />

1. 1.3.3.4 Le considerazioni <strong>del</strong> Piano stralcio <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> <strong>Tevere</strong> nell’area metropolitana<br />

<strong>di</strong> Roma<br />

La <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> probabilità dei colmi <strong>di</strong> piena <strong>del</strong> <strong>Tevere</strong> a Roma (Ripetta) era stata<br />

esaminata, nel 1993, nel citato stu<strong>di</strong>o sulla gestione integrata degli invasi, facendo<br />

riferimento sia alla metodologia dei massimi annuali, sia a quella <strong>del</strong>le eccedenze. Già<br />

in quella sede si era rilevata una certa non stazionarietà <strong>del</strong>la serie dei massimi colmi<br />

annuali, che nel periodo 1922-1980 presentavano una netta tendenza decrescente, e si<br />

era avanzata l’ipotesi che tale tendenza potesse essere attribuita all’entrata in funzione<br />

<strong>del</strong>la <strong>di</strong>ga <strong>di</strong> Corbara nel 1963-64. Tuttavia l’esame <strong>del</strong>la serie successiva al 1952, che<br />

presa isolatamente mostrava, invece, una tendenza crescente, e i risultati <strong>del</strong>l’indagine<br />

sulle tendenze <strong>di</strong> lungo periodo <strong>del</strong>le pioggie <strong>di</strong> Roma e Perugia, (Dall’Oglio-Reme<strong>di</strong>a),<br />

facevano piuttosto pensare che il fattore dominante fosse proprio l’evolutività <strong>del</strong>le<br />

precipitazioni.<br />

In occasione degli stu<strong>di</strong> condotti per il Piano stralcio <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> <strong>Tevere</strong> nell’area<br />

metropolitana <strong>di</strong> Roma, sulla base <strong>del</strong>le nuove informazioni <strong>di</strong>sponibili, tra cui le<br />

registrazioni <strong>del</strong>le portate <strong>di</strong> piena fino al 1991, la questione è stata riesaminata.<br />

Per in<strong>di</strong>viduare la causa <strong>del</strong>la tendenza decrescente nella serie dei colmi <strong>di</strong> piena <strong>del</strong><br />

<strong>Tevere</strong> a Ripetta tra il 1922 ed il 1989, si è fatto innanzitutto il confronto con un in<strong>di</strong>ce<br />

atto a caratterizzare le piogge intense sul bacino. Come in<strong>di</strong>ce è stata assunto, anno per<br />

anno, il rapporto tra la me<strong>di</strong>a h dei massimi annuali <strong>del</strong>le altezze <strong>di</strong> pioggia giornaliere<br />

<strong>di</strong> tutti i pluviometri <strong>del</strong> bacino <strong>del</strong> <strong>Tevere</strong> con più <strong>di</strong> 30 anni d’osservazione, avendo<br />

a<strong>di</strong>mensionalizzato le altezze <strong>di</strong> ciascun pluviometro, facendo il rapporto alla rispettiva<br />

me<strong>di</strong>a <strong>del</strong> periodo d’osservazione.<br />

Il confronto è stato eseguito col metodo <strong>del</strong>la doppia cumulata, in cui le portate sono<br />

state a<strong>di</strong>mensionalizzate <strong>di</strong>videndole per il valor me<strong>di</strong>o. Si può così osservare che<br />

l’andamento <strong>del</strong>la doppia massa è abbastanza lineare fino al 1942, dopo <strong>di</strong> che flette<br />

verso il basso (portate inferiori). Una flessione ancora più netta <strong>del</strong>la doppia massa si è<br />

verificata in corrispondenza <strong>del</strong>la grande piena <strong>del</strong> settembre 1965, per tornare ai valori<br />

originari intorno al 1973, per mantenerli praticamente fino alla fine, manifestando<br />

soltanto una nuova flessione negli ultimi anni <strong>del</strong> periodo.<br />

Prima elaborazione <strong>del</strong> Progetto <strong>di</strong> Piano <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> – Allegato A – vol. 1 273

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