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STATO DELLE CONOSCENZE - Autorità di Bacino del fiume Tevere

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AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE – UFFICIO PIANI E PROGRAMMI<br />

Fu proprio in quell’anno ed in conseguenza <strong>di</strong> quei eventi che Clemente VIII nominò<br />

una commissione <strong>di</strong> ingegneri e architetti affinchè provvedessero al miglior drenaggio<br />

<strong>del</strong> lago Trasimeno. Questi proposero una serie organica <strong>di</strong> interventi tra cui l’apertura<br />

<strong>di</strong> un “profun<strong>di</strong>ssimum puteum” come si legge in una lapide che ancora oggi si trova<br />

all’uscita <strong>del</strong>l’Emissario <strong>di</strong> Braccio. Le opere, su incarico <strong>del</strong> Pontefice, furono eseguite<br />

da Monsignor Maffeo Barberini. Il co<strong>di</strong>ce Barberiniano Latino <strong>del</strong>l’Archivio Vaticano<br />

contiene infatti un lungo manoscritto nel quale gli architetti Paolo Maggi, Giovanni<br />

Rosa e Carlo Moderno espongono alcune loro idee circa i lavori da farsi. Ma l’incarico<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are e proporre le opere per la bonifica fu, da Monsignor Barberini, affidato poi<br />

agli architetti Giovanni Fontana, Giovanni De Rosis e Paolo Maggi, i quali “dopo aver<br />

compiuto una visita insieme a SS. Ill.ma <strong>del</strong> lago” e dopo aver compiuto numerosi<br />

“rilevamenti” scrissero una dettagliata relazione nella quale si <strong>di</strong>chiara che “le cagioni<br />

perchè il lago sia alzato circa 16 palmi sono tre. La prima perchè l’emissario sotterraneo<br />

<strong>di</strong> detto lago che si chiama La Cava ... patisce <strong>di</strong>verse rotture et <strong>di</strong>lamature che lo turano<br />

et impe<strong>di</strong>scono il corso <strong>del</strong>l’acqua; la seconda perchè detta Cava fu tenuta serrata hor fa<br />

sei anni per lo spatio <strong>di</strong> 18 mesi continui, con l’occasione <strong>di</strong> risarcitarla et altre volte<br />

pure s’è tenuta serrata per la medesima occasione, <strong>di</strong> ripari; la terza per le pioggie<br />

straor<strong>di</strong>narie degli anni passati, che hanno fatto crescere non pur questo lago, ma tutte le<br />

altre acque d’Italia”. I tre architetti dopo aver eseguito una serie <strong>di</strong> rilievi stabilirono gli<br />

opportuni “risarcimenti” alla Cava.<br />

I “risarcimenti” alla Cava dovettero essere efficaci giacchè per molti anni non si ha più<br />

notizie <strong>di</strong> inondazioni. Se ne torna a parlare nel 1750. Dal 1762 al 1773 il lago è in<br />

continua piena con massimi <strong>di</strong> metri 2,50 sulla soglia <strong>del</strong> vecchio emissario, si<br />

allagarono le chiese <strong>di</strong> S. Maria e <strong>di</strong> S. Bernar<strong>di</strong>no presso Passignano; nel 1792, per le<br />

siccità, il lago scende a metri 1.45 sotto la soglia; nel 1810 si ha <strong>di</strong> nuovo una piena e<br />

così nel 1820 si hanno allagamenti con sovralzamenti <strong>di</strong> 2 metri sulla soglia, mentre nel<br />

1826 il livello rimane or<strong>di</strong>nario dopo molti anni <strong>di</strong> piena; nel periodo 1832÷1833 il lago<br />

rimane <strong>di</strong> 1 metro sotto la soglia e così nel 1868, mentre dal 1886 al 1891 le acque si<br />

mantengono a metri 1,50 sopra la soglia.<br />

Le inondazioni rimanevano sempre quelle fonti <strong>di</strong> danni più vistosi e rilevanti;<br />

destavano perciò la maggiore attenzione da parte <strong>del</strong>lla pubblica amministrazione.<br />

Poichè inoltre era stato accertato che neppure le riparazioni alla Cava erano state<br />

sufficienti ad evitarle, cominciò a farsi strada l’idea <strong>del</strong> “<strong>di</strong>sseccamento” <strong>del</strong> lago.<br />

La vicinanza al Trasimeno <strong>di</strong> due dei maggiori fiumi, l’Arno e il <strong>Tevere</strong>, la quota<br />

notevole <strong>del</strong> livello <strong>del</strong> lago e la facilità <strong>di</strong> poter immettere le acque <strong>di</strong> questo in uno dei<br />

due fiumi, fece sorgere più volte l’idea <strong>di</strong> risolvere ra<strong>di</strong>calmente il problema con la<br />

bonifica integrale per prosciugamento.<br />

Nella questione <strong>del</strong> prosciugamento si confrontarono due correnti d’opinione; la prima,<br />

a favore <strong>del</strong> prosciugamento, vedeva nel lago una fonte <strong>di</strong> malattie, per via<br />

<strong>del</strong>l’impaludamento <strong>del</strong>le rive soggette ai fenomeni <strong>di</strong> bagnasciuga conseguenti alle<br />

escursioni <strong>del</strong> livello <strong>del</strong>le acque; la seconda, contraria, attribuiva al prosciugamento <strong>del</strong><br />

lago il peggioramento <strong>del</strong>le con<strong>di</strong>zioni climatiche <strong>del</strong>l’intero bacino con la conseguente<br />

<strong>di</strong>struzione degli olivi.<br />

Prima elaborazione <strong>del</strong> Progetto <strong>di</strong> Piano <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> – Allegato A – vol. 1 362

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