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STATO DELLE CONOSCENZE - Autorità di Bacino del fiume Tevere

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AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE – UFFICIO PIANI E PROGRAMMI<br />

temporale <strong>di</strong> un ventennio, dai quali trarre dei valori annuali significativi sul trasporto<br />

solido costiero, per poterlo interrelare a quello fluviale.<br />

Cenni storici<br />

Le ricerche condotte da vari stu<strong>di</strong>osi nell’ultimo decennio nell’area centrale <strong>del</strong>la costa<br />

laziale, hanno reso possibile definire spazialmente il corpo <strong>del</strong>tizio <strong>del</strong> F. <strong>Tevere</strong>, tanto<br />

nella sua parte emersa, che in quella sottomarina.<br />

E’ stato possibile identificare <strong>di</strong>verse litofacies, costituenti il corpo stesso, e i relativi<br />

rapporti spazio-temporali. Su questa base sono stati riconosciuti i vari ambienti<br />

se<strong>di</strong>mentari, che si sono via via succeduti nell’area, ed è stato, pertanto, possibile<br />

effettuare una buona ricostruzione evolutiva <strong>del</strong> <strong>del</strong>ta tiberino.<br />

Per il periodo preromano la ricostruzione è basata unicamente su dati geologici ricavati<br />

da perforazioni, indagini sismiche, batimetrie e analisi <strong>di</strong> campioni <strong>di</strong> fondo marino; per<br />

i perio<strong>di</strong> romano e post romano i dati geologici sono integrati da quelli storici ed<br />

archeologici.<br />

Evoluzione preistorica<br />

Tutti i se<strong>di</strong>menti che costituiscono il corpo <strong>del</strong>tizio tiberino si sono deposti negli ultimi<br />

18000 anni circa e il corpo stesso poggia, attraverso una superficie erosiva, su se<strong>di</strong>menti<br />

pelitici <strong>del</strong>l’Emiliano, non più recenti <strong>di</strong> 800.000 anni.<br />

La storia <strong>del</strong>l’attuale <strong>del</strong>ta <strong>del</strong> <strong>Tevere</strong> inizia, pertanto, dopo il massimo glaciale<br />

wurmiano (∼20.000 anni fa) allorchè lo scioglimento dei ghiacci <strong>di</strong>ede il via alla risalita<br />

<strong>del</strong> livello marino che, a quei tempi, era circa 120 metri più in basso <strong>del</strong>l’attuale.<br />

In quelle con<strong>di</strong>zioni la foce <strong>del</strong> <strong>Tevere</strong> era sita circa 10 km più ad ovest <strong>del</strong>l’attuale, il<br />

<strong>fiume</strong> scorreva in una valle incisa nelle argille <strong>del</strong>l’Emiliano oggi sepolta dai depositi<br />

<strong>del</strong>tizi (Bellotti et al.1989).<br />

La risalita <strong>del</strong> livello marino non ha avuto una velocità costante e, nel periodo compreso<br />

tra 18.000 e 10.000 anni fa, è stato calcolato in circa 1,3 m/secolo.<br />

Tale notevole tasso <strong>di</strong> risalita causò un rapido arretramento <strong>del</strong>la foce e l’altrettanto<br />

rapida invasione <strong>del</strong>la paleovalle <strong>del</strong> <strong>Tevere</strong>. Si creò così una prima laguna, ampiamente<br />

comunicante con il mare, avente una forma allungata perpen<strong>di</strong>colarmente alla linea <strong>di</strong><br />

costa. All’interno <strong>di</strong> tale laguna sfociava il <strong>Tevere</strong> che, in tali con<strong>di</strong>zioni, depositava<br />

gran parte <strong>del</strong> suo carico all’interno <strong>del</strong>la valle alluvionale e apportava alla foce una<br />

scarsa quantità <strong>di</strong> materiale.<br />

Si era in presenza, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> una foce lagunare che andava via via arretrando, in modo<br />

<strong>di</strong>scontinuo, per la presenza <strong>di</strong> subor<strong>di</strong>nate fasi progradanti; queste si verificarono nei<br />

momenti in cui la risalita aveva <strong>del</strong>le pause e il livello marino aveva brevi momenti <strong>di</strong><br />

stazionamento.<br />

Prima elaborazione <strong>del</strong> Progetto <strong>di</strong> Piano <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> – Allegato A – vol. 1 395

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