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STATO DELLE CONOSCENZE - Autorità di Bacino del fiume Tevere

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AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE – UFFICIO PIANI E PROGRAMMI<br />

A fronte <strong>di</strong> questo, sono caratteristiche <strong>di</strong> queste aree morfologie che testimoniano<br />

antichi fenomeni <strong>di</strong> variabili <strong>di</strong>mensioni (deformazioni gravitative profonde,<br />

paleofrane).<br />

Questi ultimi sono da riferirsi a particolari con<strong>di</strong>zioni evolutive e morfo<strong>di</strong>namiche <strong>del</strong><br />

passato, in cui hanno svolto un ruolo importante le sollecitazioni sismiche; queste<br />

ultime d’altra parte, nelle aree sismicamente attive (area Nursina), rappresentano<br />

tutt’oggi una <strong>del</strong>le cause innescanti principali dei fenomeni franosi che si sviluppano su<br />

tali terreni.<br />

Esempio <strong>di</strong> DGPV si riscontra in corrispondenza <strong>del</strong> fianco Nord-Orientale <strong>di</strong> Monte<br />

Alpagno (Blumetti A.M., Dramis et alii 1990).<br />

In linea generale, comunque, i movimenti franosi che si sviluppano nel complesso<br />

carbonatico sono legati a tre importanti con<strong>di</strong>zioni geologico-strutturali:<br />

1) Sotto il profilo stratigrafico, i movimenti interessano, generalmente, le sequenze<br />

marnoso-calcaree sia <strong>del</strong> cretacico (marneafcoi<strong>di</strong>-scaglia rossa), che <strong>del</strong> giurassico<br />

(rosso ammonitico-calcari a Posidonea e Diaspi).<br />

Infatti l’elevata componente marnoso-argillosa <strong>di</strong> queste formazioni conferisce ai<br />

terreni scadenti valori <strong>di</strong> resistenza alla rottura e, costituendo livelli impermeabili<br />

nell’ambito <strong>del</strong>la Serie, favorisce locali aumenti <strong>del</strong>la tensioni neutre, con<br />

conseguenti franamenti <strong>del</strong>le aree.<br />

2) La giacitura a franapoggio è quella più spesso associata ai fenomeni franosi, come ad<br />

esempio si verifica in corrispondenza <strong>del</strong> fianco occidentale <strong>del</strong>le anticlinali <strong>del</strong>la<br />

dorsale Umbro-Marchigiana (Monte Nerone - Monte Catria - Monte Cucco e Monte<br />

Pennino).<br />

3) I movimenti franosi sono frequenti soprattutto nelle aree che hanno subito forti<br />

sollevamenti: questi localmente si riscontrano o su un substrato litoide<br />

particolarmente tettonizzato, o in corrispondenza <strong>di</strong> pieghe rovesciate e<br />

sovrascorrimenti, dove le coperture detritiche sono particolarmente sviluppate (lungo<br />

i fronti <strong>di</strong> accavallamento <strong>del</strong>la Valnerina e dei Monti Sibillini).<br />

Nei litotipi calcarei compatti (calcare massiccio, corniola, maiolica), invece, svolge un<br />

ruolo negativo per la stabilità l’elevata pendenza, soprattutto se connessa alla presenza<br />

<strong>di</strong> falde o sistemi <strong>di</strong> joints: in queste con<strong>di</strong>zioni si possono avere fenomeni <strong>di</strong> crollo,<br />

come, ad esempio, avviene in corrispondenza dei fianchi <strong>del</strong>le strette e profonde valli<br />

<strong>del</strong>l’area vulsina.<br />

Le dorsali montuose che si incontrano, procedendo verso Est a partire dall’allineamento<br />

<strong>di</strong>scontinuo dei monti Prenestini-monti Sabini-monti <strong>di</strong> Amelia, fino alle catene interne<br />

dei Simbruini, Cicolani, Reatini e più a Nord i Sibillini, passano da un orientamento<br />

Nordovest-Sudest, a un orientamento Nord-Sud, alternate a numerose valli aventi le<br />

medesime <strong>di</strong>rezioni.<br />

In queste zone, fortemente influenzate dalle caratteristiche geologiche-strutturali, il<br />

rilievo presenta un’energia molto elevata, con valori <strong>di</strong> pendenza molto alti.<br />

Prima elaborazione <strong>del</strong> Progetto <strong>di</strong> Piano <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> – Allegato A – vol. 1 64

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