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STATO DELLE CONOSCENZE - Autorità di Bacino del fiume Tevere

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AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE – UFFICIO PIANI E PROGRAMMI<br />

Tale falda segue la valle <strong>del</strong> <strong>Tevere</strong> fino alla foce dove raggiunge la profon<strong>di</strong>tà –70, -80<br />

m.s.m. La seconda falda artesiana, <strong>di</strong> cui sopra, ha una quota me<strong>di</strong>a corrispondente a<br />

quella <strong>del</strong> livello <strong>del</strong> mare ed una portata anch’essa <strong>di</strong> circa 10 litri/secondo. Essa è<br />

costituita in un banco <strong>di</strong> ghiaia <strong>di</strong> potenza 3-20 metri circa. Anche questo banco<br />

ghiaioso si sovrappone alle argille marine pliocenico-calabriane e risulta sottoposto al<br />

complesso prevalentemente argilloso dei depositi quaternari in facies fluvio-palustre e<br />

salmastra. La falda, degradando molto lentamente verso sud, si riscontra a circa 30-40<br />

metri sotto il livello <strong>del</strong> mare presso il litorale romano.<br />

Come già precedentemente accennato, al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> questa falda principale esistono:<br />

una falda al contatto tra il terreno <strong>di</strong> riporto, in genere molto permeabile, e le sottostanti<br />

formazioni in sede; una falda, anche <strong>di</strong> notevole portata ed estenzione, al contatto fra i<br />

tufi antichi ed i sottostanti depositi <strong>del</strong> Siciliano.<br />

Per quanto riguarda la falda freatica nel terreno <strong>di</strong> riporto, occorre ricordare che, mentre<br />

nelle zone topograficamente rilevate <strong>del</strong>l’area urbana (colli romani), quest’acqua è in<br />

genere <strong>del</strong> tutto trascurabile, nei fondovalle, invece, per lo spessore a volte notevole <strong>del</strong><br />

riporto stesso, essa può raggiungere un’entità notevole e deve essere costantemente<br />

tenuta in considerazione.<br />

Nell’ambito dei terreni vulcanici, la falda acquifera <strong>di</strong> più ampio interesse è quella<br />

contenuta entro la formazione dei “tufi antichi”. Frequentemente la base <strong>di</strong> questa falda<br />

è costituita da alcuni livelli impermeabili o poco permeabili <strong>del</strong>la stessa formazione<br />

tufacea o <strong>del</strong>le argille <strong>del</strong> complesso <strong>del</strong> Siciliano o da quelle pliocenico-calabriane.<br />

Questa falda risulta piuttosto potente alimentando per altro le maggiori sorgenti <strong>di</strong><br />

acqua potabile nelle vicinanze <strong>di</strong> Roma (sorgenti <strong>del</strong>l’Acqua Vergine, <strong>del</strong>l’Appia e la<br />

Collatina, tutte collocate a sud <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> Aniene).<br />

Le numerose incisioni che interessano i tufi per tutto il loro spessore, in special modo<br />

nella zona ad ovest <strong>del</strong> centro <strong>di</strong> Roma, drenano le acque <strong>di</strong> questa falda <strong>di</strong>sperdendole<br />

nelle valli e nelle vallecole, al <strong>di</strong> sotto dei terreni <strong>di</strong> riporto e <strong>del</strong>le alluvioni, venendo<br />

quin<strong>di</strong> a confluire nella piana Tiberina. Gli afflussi <strong>di</strong> tali acque sotterranee risultano<br />

maggiori verso l’Aniene che non dalla parte <strong>del</strong> <strong>Tevere</strong>.<br />

Le sorgenti site ai pie<strong>di</strong> dei colli <strong>di</strong> Roma, note sin dall’antichità, sono da attribuire al<br />

contatto fra i tufi e le sottostanti formazione se<strong>di</strong>mentarie.<br />

Ulteriori informazioni sono <strong>di</strong>sponibili per quanto riguarda le risorse idriche sotterranee<br />

<strong>del</strong>la regione Umbria.<br />

Le aree con presenza <strong>di</strong> risorse idriche rilevanti occupano poco più <strong>di</strong> un quarto <strong>del</strong><br />

territorio regionale e sono concentrate principalmente nella fascia orientale. Si possono<br />

<strong>di</strong>stinguere le risorse idriche costituite dagli acquiferi carbonatici dei rilievi montuosi,<br />

quelle dei principali acquiferi alluvionali <strong>del</strong>le aree pianeggianti e quella <strong>del</strong>l’aacquifero<br />

vulcanico a sud-ovest <strong>di</strong> Orvieto (ambito aree tabulari).<br />

Prima elaborazione <strong>del</strong> Progetto <strong>di</strong> Piano <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> – Allegato A – vol. 1 199

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