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STATO DELLE CONOSCENZE - Autorità di Bacino del fiume Tevere

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AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE – UFFICIO PIANI E PROGRAMMI<br />

concentrazione degli ioni idrogeno (PH) e salinità, permettono <strong>di</strong> rilevare, in generale,<br />

una variabilità dei valori da punto a punto, facilmente spiegabili sia per le variazioni<br />

litologiche degli acquiferi, sia per i complessi interscambi dei flussi idrici.<br />

I valori <strong>del</strong>la temperatura e <strong>del</strong> PH sono quelli che mostrano maggiore uniformità.<br />

La temperatura oscilla prevalentemente intorno ai 7-16°C, con rare punte massime per<br />

valori superiori.<br />

Fanno naturalmente eccezione le manifestazioni idrotermali e minerali, le cui maggiori<br />

concentrazioni si verificano nelle province <strong>di</strong> Roma e Viterbo.<br />

Il PH si aggira, in grande maggioranza, tra i valori 6,5-8, intervallo in cui ricade, nella<br />

provincia <strong>di</strong> Perugia, quasi il 58% dei dati <strong>di</strong>sponibili.<br />

I valori <strong>di</strong> durezza, espressi in gra<strong>di</strong> francesi, oscillano in un intervallo abbastanza<br />

ampio, variando da un minimo <strong>di</strong> 4-5°F (acque molto dolci) ad un massimo superiore ai<br />

100°F (acque durissime).<br />

La netta prevalenza dei valori ricade nelle classi <strong>del</strong>le acque abbastanza dure e dure, con<br />

la maggiore concentrazione <strong>di</strong> tali valori in provincia <strong>di</strong> Terni.<br />

Le punte più elevate si sono invece riscontrate nelle acque Albule <strong>di</strong> Tivoli, dove la<br />

durezza raggiunge valori <strong>del</strong>l’or<strong>di</strong>ne dei 110-130°F (classe <strong>del</strong>le acque durissime).<br />

I valori <strong>di</strong> residuo secco, espressi come NaCl equivalenti, mostrano una variabilità<br />

locale accentuata che non permette <strong>di</strong> riconoscere una <strong>di</strong>stribuzione significativa <strong>del</strong>la<br />

salinità, nonostante la sua relazione <strong>di</strong>retta con la conducibilità.<br />

Tuttavia, in base alla classificazione precedentemente ricordata, si sono potute<br />

<strong>di</strong>stinguere tre zone: la prima con salinità prevalente bassa, la seconda con salinità<br />

me<strong>di</strong>o-bassa lungo l’alto corso <strong>del</strong> <strong>Tevere</strong> e la terza con salinità prevalente me<strong>di</strong>o-alta,<br />

nella zona <strong>del</strong>le Acque Albule <strong>di</strong> Tivoli.<br />

La qualità <strong>del</strong>le acque sotterranee può in definitiva essere considerata accettabile se<br />

vista principalmente in funzione <strong>del</strong> suo prevalente uso irriguo: naturalmente si dovrà<br />

avere particolare attenzione nella scelta dei parametri irrigui e dei volumi d’acqua<br />

necessari per la “lisciviazione” <strong>del</strong> terreno, per le zone a maggiore salinità.<br />

A ciò fa eccezione naturalmente la fascia costiera in cui si verifica il fenomeno <strong>di</strong><br />

invasione <strong>di</strong> acqua salmastra nelle falde, causato dall’eccessivo sfruttamento <strong>del</strong>le<br />

stesse, fenomeno, <strong>del</strong> resto, che si verifica per tutta la Piana Pontina.<br />

Per quanto riguarda le risorse idriche utilizzate per uso potabile, si può rilevare la netta<br />

prevalenza come fonti d’approvvigionamento, <strong>del</strong>le sorgento rispetti ai pozzi.<br />

Dall’esame, poi, <strong>del</strong>le caratteristiche chimico-fisiche <strong>del</strong>le acque, si è già visto che i<br />

valori <strong>di</strong> temperatura e <strong>di</strong> PH sono più che sod<strong>di</strong>sfacenti, in quanto ricadono, in<br />

maggioranza, nell’intervallo dei valori considerati ottimi per la potabilità.<br />

Prima elaborazione <strong>del</strong> Progetto <strong>di</strong> Piano <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> – Allegato A – vol. 1 184

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